L'ostello della discordia: "Blocchiamo il secondo"
Petizione contro l'intervento gemello della catena tedesca AO alla stazione. L'architetto Battistella: "Un progetto importante che riqualifica tutta l'area"
Foto Agenzia Candussi/ Furlan/ Mestre, via Ca' Marcello-Rampa Cavalcavia/ Nuovo ostello
MESTRE. È bello o è brutto? È stato un intervento importante per riqualificare quel pezzo di Mestre? E quale relazione avrà con il centro storico? L’apertura, avvenuta pochi giorni fa, dell’ostello low cost AO da 1000 posti e 330 camere a due passi dalla stazione, ha aperto un acceso dibattito in città. E tra i critici c’è chi ha deciso di promuovere una petizione – consultabile sulla piattaforma Change.org – per bloccare il nuovo intervento della catena. Il complesso, progettato dallo studio Limesland, infatti sarà presto affiancato da una struttura analoga, per altri 700 posti, e i due complessi saranno uniti mediante un passaggio. Sempre in via Ca’Marcello inoltre si stanno realizzando altri quattro alberghi ad opera del gruppo austriaco Mtk.
Il testo della petizione, lanciata martedì pomeriggio, non lascia spazio a interpretazioni: «Fermiamo la costruzione del secondo ostello del gruppo AO in Via Ca’Marcello a Mestre! Basta svendita di Venezia e del suo territorio! Basta strutture pseudo ricettive! È arrivato il momento di dire basta!». A promuoverla è stata Rosanna Vianello, guida turistica a Venezia. Una guida turistica contro l’arrivo di nuovi turisti? «Il turismo è importante ma credo che allo stesso tempo si debba lavorare perché Venezia torni a essere una città vivibile per chi ci abita, la misura sia colma», spiega la promotrice dell’iniziativa, «non rappresento alcun partito politico o associazione, ma credo che in molti in città possano condividere questa iniziativa». Ieri sera la petizione, a distanza di circa 24 ore dalla sua pubblicazione, viaggiava verso le 200 firme. «Il mio obiettivo sarebbe quello di arrivare a 2000», prosegue la guida turistica, «per poi lanciare un segnale a questa amministrazione». Tra i firmatari ieri si potevano leggere commenti del tipo: «Stanno trasformando Mestre in un dormitorio e Venezia non è in grado di accogliere altre migliaia di turisti».
O ancora: «Così non si risolvono i problemi di Mestre, che da periferia diventa dormitorio». Non è d’accordo Luca Battistella, architetto e consigliere delegato alla Smart City. «È un intervento che riqualifica Mestre, sia dal punto di vista architettonico che delle funzioni. Se non ci piace è perché non lo sappiamo leggere, è un intervento monumentale perché accentra vicende urbane, monumentale nel senso che c’è il segno della sua presenza. Un tipo di intervento al quale questa città non è abituata. E non dimentichiamoci come era ridotta quest’area della città: i prossimi interventi porteranno ulteriori miglioramenti».
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