«L’ospedale dell’Angelo costerà meno»

Il direttore generale Dal Ben: canone più leggero del 10 per cento all’anno, alla fine risparmieremo almeno 158 milioni
Di Simone Bianchi
Conferenza Ulss 12 presso la sede di via Don tosatto 147 Mestre. in foto Giuseppe dal Ben direttore Ulss 12.
Conferenza Ulss 12 presso la sede di via Don tosatto 147 Mestre. in foto Giuseppe dal Ben direttore Ulss 12.

Il lodo sul project financing che ha portato alla costruzione e successiva gestione dell’ospedale dell’Angelo rimane un terreno minato. Ma ieri l’Asl 12 ha presentato l’esito parziale del confronto in atto nel collegio arbitrale nominato per dirimere la questione con i privati beneficiari del canone di concessione, annunciando un risparmio di almeno 158 milioni grazie alla rinegoziazione degli accordi.

Sul tema del contratto Giuseppe Dal Ben, direttore generale della Asl 12, il primo a impugnare il contratto del Project firmato dal suo predecessore, ha rimarcato come «considerando incongruo il contratto e chiedendone la rinegoziazione, ci siamo mossi a tutela del patrimonio affidato all’Asl 12. Era doverosa da parte nostra ogni azione utile a riportare il canone pagato dall’azienda entro termini sostenibili ed equi. Il Collegio arbitrale ha riconosciuto l’incongruità del contratto e ha sancito, a partire dalle nostre richieste, la necessità di una rinegoziazione. E ha anche indicato la misura della riduzione del canone complessivo: 5 per cento per il 2012 e 10 per cento a partire dal 2013. Per la prima volta si applica la Spending review a un contratto di project».

Il project. Il contratto per il nuovo ospedale di Mestre è stato aggiudicato il 30 settembre 2002 ad una Ati (associazione d’imprese) composta da sette aziende che hanno dato vita a Veneta sanitaria finanza di progetto spa che ha poi assunto il ruolo di concessionario. Vari sono i servizi erogati e per il 2014 i canoni a carico della Asl 12 ammontano a 72 milioni 709 mila euro.

Il lodo. È stato richiesto dall’Asl 12 nel settembre 2014, e il Collegio arbitrale si è costituito il 29 ottobre successivo. Tre gli arbitri: uno ciascuno indicato dalle parti, e uno a sua volta nominato dai due arbitri. Il lodo non è ancora definito ed è in attesa di essere depositato alla Camera arbitrale di Roma. Solo dopo questo passaggio diventerà applicabile.

Risparmi. A livello di lodo “parziale”, cioè quello in possesso dell’azienda in questo momento, risulta in favore di quest’ultima un risparmio stimabile in circa 7 milioni di euro l’anno. Il totale ammonta a 140 milioni. Ma Dal Ben ha precisato che «valutiamo di poter aggiungere ulteriori risparmi, a partire dalla ridefinizione delle tariffe sui servizi di esami delle urine e di analisi di laboratorio per Venezia, su cui il lodo ha già sancito una riduzione dei costi che avrà effetto retroattivo, e complessivamente sarebbe di circa 18 milioni di euro. In ballo ci sono poi altri 20 milioni di economie relativi al trasferimento della esecuzione degli esami di laboratorio da Venezia a Mestre. E così si arriverebbe a 178, un risultato positivo che però non ci basta. Si potrebbe valutare una ulteriore economia per altri 80 milioni, e qui vedremo cosa ci dirà il lodo una volta depositato».

Attesa. In questa fase entrambe le parti legate dal project stanno facendo i conti fino all’ultimo centesimo, e Dal Ben ha confermato che il lodo parziale si basa su una votazione a maggioranza, ma che al momento sono in corso ancora alcune valutazioni per questioni di applicazione di costi. Quindi il direttore amministrativo Fabio Perina ha aggiunto: «Stiamo gestendo anche la questione con la Corte dei Conti sul tema del danno erariale, e lavorando per tutelare il patrimonio aziendale, accantonando la differenza tra importi riconosciuti e quelli rideterminati su alcuni servizi specifici». Ma il direttore generale si è mostrato sicuro: «Non dobbiamo tirare fuori nulla, anzi, stiamo facendo i conti con la possibilità di risparmiare parecchi milioni di euro. E stiamo valutando tutte le strade percorribili».

Da qui anche la richiesta di annullamento del contratto e l’ipotesi, neppure tanto fantasiosa, che si arrivi a un ricorso in appello da parte della Asl 12. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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