L’orto speciale dell’Anffas conquista l’Expo di Milano

Premiato il progetto dei “Ragazzi in erba” della comunità di Ca’ delle Crete Lavorare la terra e produrre sali aromatizzati e infusi li aiuta a stare meglio
Di Francesco Furlan

Coltivano timo, maggiorana e salvia ma tra le loro piante preferite c’è l’elicriso perché quando ne sfregano le foglie tra le mani sentono profumo di liquirizia.

Gli ospiti della comunità alloggio Ca’ delle Crete gestita dell’Anffas di Mestre hanno imparato a prendersene cura nel corso dell’ultimo anno, da quando è partito il progetto dell’orto terapeutico delle erbe aromatiche: prendersi cura di se stessi, prendendosi cura della terra. Producono sale e zucchero aromatizzati, preparati per il brodo, melissa per gli infusi. Hanno deciso di chiamarsi “Ragazzi in erba”. Di sicuro sono ragazzi in gamba, e se ne sono accorti anche a Milano, dove il progetto è stato selezionato tra i vincitori del concorso “Progetti per le donne” dell'Expo. Il premio? «A dire il vero ancora non lo sappiamo bene», dice Giacomo Binni, responsabile della casa alloggio, «forse potremo esporre i nostri prodotti per alcuni giorni al Padiglione Italia, forse avremo una giornata per presentare il progetto». Lo si saprà il 12 febbraio quando i responsabili del progetto, con una delegazione di ragazzi, andranno a Milano per scoprirlo. La notizia che il progetto è stato selezione per l’Expo, ha colto tutti di sorpresa. «Beh», ha reagito una delle ragazze ospiti rimboccandosi le maniche, «adesso dovremo fare ancora meglio».

In poco più di un anno il progetto ne ha già fatta molta di strada. La comunità di Crete, a Quarto d’Altino, si trova una casa colonica circondata da quattro ettari di campi. Vi alloggiano 14 ospiti, i due più giovani hanno 23 anni, il più anziano 56, la maggior parte sono sopra i 40, tutti disabili. «Parte del terreno della casa è affidato ad anziani per un progetto di orti sociali», racconta ancora Binni, «ma sulla scia di altre iniziative simili in Italia abbiamo voluto coinvolgere gli ospiti in un progetto di orto-terapia. Hanno costruito un nuovo contatto con la terra e ne hanno guadagnato in socialità». Quando c’è bel tempo lavorano nell’orto, quando è brutto o fa sera si spostano nel laboratorio-essicatoio, dove vengono preparati i prodotti. «Nessuno di noi, me compreso, sapeva come fare un orto», spiega lo psicologo, «ci siamo impegnati, ci hanno aiutato gli anziani che si prendono cura degli orti, abbiamo imparato. Senza di loro sarebbe molto più difficile». La linea di prodotti piace, ha cominciato a girare tra gli amici, e ora il centro sta lavorando per poterli commercializzare, chiedendo consigli alla Coldiretti per capire da che parte si debba partire. La fantasia non manca, e allo studio c’è anche un preparato per la pasta aglio, olio e peperoncino. «L’ho assaggiato», confessa il responsabile del centro, «sarò di parte, ma è molto buono». È un progetto nel quale l’Anffas ha creduto molto, come spiega la presidente dell’associazione, Graziella Lazzari Peroni: «Perché anche attraverso il lavoro, i ragazzi possono vivere in modo dignitoso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia