“L’Orto delle Meraviglie” il carcere diventa film

L’esperienza delle detenute alla Giudecca ha ispirato il regista Hamzehian La produzione è francese, prima nazionale al Lido nei giorni della Mostra

VENEZIA. Un orto “meraviglioso”, in un carcere diverso dagli altri, e una storia, a intreccio, di donne e di ortaggi. Siamo alla Giudecca e il film è “Le jardin des merveilles” di Anush Hamzehian, scelto per inaugurare lunedì 3 settembre la nona edizione del Venice Film Meeting, appuntamento con le produzioni d’ispirazione veneziana in concomitanza con la Mostra del Cinema.

Premiato al Festival Filmer le travail 2012 e prodotto dalle società francese Point du jour, con parecchi passaggi televisivi già acquisiti in Francia, il film ha per protagoniste le detenute del carcere femminile, che interagiscono e si raccontano durante le pause del loro quotidiano lavoro.

Per associazione di ambientazioni, il pensiero va al più rinomato “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, autentica rivelazione della scorsa stagione, premiato a Berlino e girato a Rebibbia, con i detenuti impegnati ad “inscenare” il dramma, e comune infatti è l’intento di dar conto di un’umanità – lì tutta al maschile, qui tutta al femminile – restituita con onestà intellettuale per immagini e frammenti di vissuto, anche se in questo caso lo stile si mantiene rigorosamente documentario nel raccontare questa esperienza detentiva per più versi originale e innovativa.

Il film è firmato dal regista Anush Hamzehian, 32 anni, nato a Padova da madre italiana e padre iraniano, cameraman e giornalista a Bologna, poi conduttore radiofonico in Spagna, sceneggiatore per Next media Lab a Milano e attualmente regista di documentari a Parigi. Direttore della fotografia è il friulano Alessandro Comodin, anch’egli di stanza fra Parigi e Bruxelles, attualmente sugli schermi con “L’estate di Giacomo”, suo esordio registico nel lungometraggio, distribuito dalla Tucker di Udine.

In prima nazionale per l’Italia, il film sarà proiettato nei giorni della Mostra al cinema Astra del Lido alla presenza del regista e di alcune protagoniste con la direttrice della casa di reclusione Gabriella Straffi.

Sono poco più di un centinaio le recluse nella struttura penitenziaria della Giudecca, e 40 di loro sono impegnate in attività lavorative. Cinque sono impegnate nella sartoria e oltre dieci nella lavanderia industriale. Altre detenute hanno invece scelto di dedicarsi proprio alla coltivazione dell’orto che rifornisce il carcere e che produce soltanto verdure e frutta bio. Una volta all’anno, l’Orto delle Meraviglie viene aperto alla città, perché chiunque possa vedere il lavoro delle detenute e i risultati che produce.

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