«L'orto alla Cita? Meglio fare un giardino fiorito»

L’assessore Venturini: progetto degenerato, non è un terreno privato
Agenzia Candussi, giornalista Furlan. Orto comune della Cita, Marghera. Nella foto Claudio Osto.
Agenzia Candussi, giornalista Furlan. Orto comune della Cita, Marghera. Nella foto Claudio Osto.

MARGHERA. «Ci sono gruppi che usano l’orto come fosse cosa loro, ma questo è uno spazio comune, non si può accettare, è come se io mi facessi un orto in piazza Ferretto. Il progetto era nato con un intento sociale, ma è degenerato e io devo contemplare anche le esigenze di chi non vuole vedere un’area verde nella confusione sotto le finestre di casa. Per questo ho proposto di realizzare un giardino fiorito, mantenendo il valore sociale del progetto, ma cercando di regolarlo un po’». È questa la posizione dell’assessore ai Servizi sociali, Simone Venturini, in merito alla vicenda dell’orto sociale della Cita.

Nelle scorse settimane era stato il consigliere di Municipalità della lista Brugnaro, Gianmaria Bellan, pure lui residente alla Cita, a raccogliere le lamentele e le proteste dei residenti del quartiere: il disordine e le zanzare, soprattutto. «C’è stata un’assemblea di quartiere e molte persone hanno sollevato il problema», racconta il giovane consigliere di Municipalità, «e mi sono fatto portavoce dei disagi che ci sono». La Cita è un quartiere dove oltre tre residenti su dieci sono stranieri, e dove una buona parte dei residenti è sopra i sessant’anni.

Rapporti difficili, che spesso nascono nei pianerottoli e si ripercuotono quindi nella gestione dell’orto. La convinzione dell’assessore Venturini, maturata anche dopo un confronto con i suoi uffici, è che la situazione sia sfuggita di mano, dopo aver visto una serie di segnalazioni e foto che sono arrivate sulla sua scrivania. Ma i ragazzi dell’orto lo invitano alla Cita affinché si possa rendere conto che le cose non stanno affatto così, e che stanno facendo degli sforzi per rendere più bella l’aiuola anche se, a novembre, è normale che lo spazio non sia molto colorato. Secondo Venturini c’è poi un problema legato alla salubrità del terreno. «Quello non è uno spazio nato per realizzarci un orto», dice Venturini, «quindi non sappiamo che tipo di terreno ci sia sotto, potrebbe anche essere inquinato. Se i promotori dell’orto vogliono venire a parlarmi sono pronto a confrontarmi con loro». (f.fur.)

 

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