L’oro del Demanio finisce online la mappa di immobili e terreni

È un patrimonio che nel Veneziano vale quasi 2, 4 miliardi di euro, solo in parte libero e utilizzabile Il direttore Reggi: «Comuni, associazioni e privati possono farsi avanti per i fabbricati disponibili»
Di Francesco Furlan
POSSAMAI MESTRE: PIAZZA FERRETTO VISTA DALLA TORRE DI MESTRE..20/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE
POSSAMAI MESTRE: PIAZZA FERRETTO VISTA DALLA TORRE DI MESTRE..20/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE

L’oro del Demanio finisce online: 903 edifici in tutto il Veneziano per un valore di 2 miliardi e 400 milioni di euro, il 52% di tutto il patrimonio veneto. Numeri ai quali bisogna aggiungere 211 terreni per ulteriori 291 mila euro. I dati sul patrimonio del Demanio in città e provincia sono consultabili da alcuni giorni grazie all’iniziativa del Demanio che ha pubblicato mappa e dati di tutti gli immobili e i terreni, vincolati, impegnati o disponibili. Per consultarli basta andare sul sito dell’Agenzia del Demanio e cominciare a viaggiare nella mappa della città scoprendo così dove sono, a quali indirizzi si possono trovare, i beni in mano allo Stato, in parte inalienabili e in parte pronti a essere ceduti, come insegnano i casi, a Venezia in centro storico, dell’isola della Certosa e del Forte di Sant’Andrea, che proprio grazie a un accordo con l’Agenzia del Demanio si preparano a passare nelle mani di Ca’ Farsetti. Un accordo per la gestione di cui si discuterà giovedì in consiglio comunale. Ma tra immobili e terreni pubblicati online ce ne sono molti ancora vergini, pronti a tornare a uso della collettività. È chiaro che tra i comuni nei quali il Demanio conserva il maggior numero di proprietà c’è il Comune capoluogo: tra centro storico e terraferma sono 539 le proprietà. Navigare la mappa può essere utile anche alle amministrazioni comunali e ai cittadini per capire se via siano spazi non utilizzati e possibili per essere recuperati.

Certo, ci sono immobili utilizzati a fini istituzionali, come l’archivio della questura di Marghera, o che fanno parte del patrimonio storico culturale, come la rete dei forti del campo trincerato di Mestre - anche se alcuni come Forte Marghera, sono già passati di proprietà al Comune - ma curiosando un po’ per il territorio di Mestre si scopre ad esempio che c’è una palazzina che viene indicata come libera in via Sforza, al quartiere Bissuola, o ancora di un fabbricato in via Dante, con una pianta di oltre 600 metri quadrati, solo in parte impegnato. Tra gli altri comuni con il maggior numero di immobili o terreni di proprietà del Demanio spicca Cavallino - Treporti dove c’è una grande presenza di strutture militari, solo in parte date in concessione o gestite dall’amministrazione attraverso associazioni locali. Anche in questo caso però, approfondendo un po’, si scopre che in via Vivaldi ci sono sei unità immobiliari, per un sedime complessivo di 243 metri quadri, che lo stesso Demanio, nella scheda tecnica dell’immobile, definisce «parzialmente libero».

Tra i comuni dell’entroterra invece è Noale ad ospitare il maggior numero di immobili del Demanio. Alloggi demaniali sono disponibili quindi in vicolo Capitelmozzo. Accedendo alla mappa attraverso il sito dell’Agenzia del Demanio ognuno potrà quindi divertirsi a controllare il proprio comune. Tre le proprietà del Demanio a Spinea, due quelle presenti a Mirano, (ma una è la caserma dei carabinieri) mentre a Chioggia, secondo comune del Veneziano, ce ne sono 117, in gran parte edifici storico artistici e quindi vincolati. Anche in un piccolo comune come Ceggia il Demanio è proprietario di ben 31 diversi immobili, ma il questo caso il modo in cui sono stati accatastati non deve trarre in inganni perché si tratta dello stesso immobile: è un ex base militare per la quale il consiglio comunale ha recentemente chiesto l’acquisizione a titolo gratuito, come trasferimento. Sei ce ne sono a San Donà, 5 a Portogruaro, e 3 a Mira. «Grazie a questa iniziativa», ha commentato Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia, «associazioni, privati e amministrazioni potranno farsi promotori di progetti di recupero per spazi liberi e mai utilizzati, per l’apertura di un centro anziani o di un nido, o anche per attività private che però dovranno avere finalità pubbliche».

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