Lori apre una boutique l’ira degli ex operai Pansac
MIRA. Manifestazione oggi a Mantova da parte degli operai dell’ex Nuova Pansac che andranno a protestare proprio di fronte alla nuova attività economica di Fabrizio Lori, la boutique “Loriginale”. Una “visita” a cui parteciperanno una settantina di operai del sito ex Pansac di Mira, che hanno tutta l’intenzione di rovinare la festa all’ex patron della plastica che in questo modo si rilancia come imprenditore, mentre centinaia di persone restano senza posto di lavoro.
L’ex patron della Pansac ed ex presidente del Mantova Calcio, Fabrizio Lori, infatti ha aperto con la fidanzata Elena Iodice una boutique nella sua città e la inaugurerà proprio oggi. Il negozio si trova in via Roma 49, a due passi dal municipio. La nuova attività per Lori è il ritorno alla libertà dopo l’affaire Pansac e dopo il carcere (2 ottobre-23 novembre di un anno fa) e otto mesi di arresti domiciliari. Dopo aver perso l’impero della plastica e dei prodotti per l’igiene Lori va in controtendenza e apre un’attività nonostante la crisi del comparto abbigliamento. “Loriginale” sarà dedicato all’abbigliamento uomo-donna, pelletteria, accessori.
Ma gli ex operai non hanno proprio voglia di fare festa. Una settantina fra i siti di Mira, Marghera e Portogruaro partiranno questa mattina alla volta di Mantova . «Lori con la sua gestione», spiega per i dipendenti Aldo Ronchin, «ha distrutto un’azienda che era ai vertici del settore e ha gettato sul lastrico un migliaio di persone nei cinque siti industriali che aveva in proprietà. Lori è stato condannato per mala gestione e distrazione dei fondi , ma alla fine se l’è cavata meglio di noi che ci siamo sempre comportati correttamente ed abbiamo seguito le leggi. Dove è la giustizia? Il pregiudicato Lori deve sapere che non dimenticheremo il male che ci ha fatto con la sua condotta».
L’inaugurazione della boutique sarà poco prima della partita del Mantova Calcio, di cui Lori è sempre stato prima presidente d ora sostenitore. «Entreremo anonimamente nella sua boutique», dicono gli operai, «e per protesta vestiremo le tute e le felpe della Pansac. Un modo per ricordargli i segni che ha lasciato su famiglie e dipendenti, lui che nonostante quello che ha combinato alla fine se la passerà meglio di noi, cassintegrati e a breve in mobilità».
Alessandro Abbadir
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