Lorenzo, spunta la prima cartella clinica

Il ragazzo adottato di San Michele respinge la pioggia di critiche: «Nessuna ingratitudine verso i miei genitori adottivi»

SAN MICHELE. È un puzzle che si va componendo tessera dopo tessera. Un mosaico che pian piano prende forma, quello che Lorenzo Durizzotto sta realizzando, a ritroso, fino al giorno della sua nascita, per scoprire l’identità della sua madre naturale. La strada è ancora lunga, ma Lorenzo sente di aver imboccato una svolta decisiva. E per questo, ora, si chiude nella massima riservatezza per il tempo necessario a vagliare le tante informazioni ricevute dopo il suo appello.

Nelle prossime settimane cercherà di incontrare Evi Cescon, la signora di Gaiarine che più di tutte si è avvicinata alla sua mamma naturale in quell’agosto del 1994 quando lui fu dato in adozione a una famiglia di San Michele al Tagliamento subito dopo il parto. Altre informazioni preziose sono arrivate dalle indagini portate avanti per conto proprio: Lorenzo Durizzotto è riuscito ad avere accesso alla sua prima cartella clinica, il nome della madre non c’è, ma ci sono altri dettagli da vagliare e indicazioni importanti da mettere insieme per arrivare alla verità. Una ricerca determinata che non gli ha risparmiato qualche critica, da parte di chi crede che la sua voglia di conoscere la mamma biologica possa tradursi anche in una mancanza di riconoscenza verso i genitori adottivi.

Eppure, proprio questi ultimi lo stanno aiutando nell’impresa, e loro stessi gli hanno suggerito di prendersi una pausa di riflessione dagli appelli pubblici degli ultimi giorni: «Ho bisogno di tempo per riflettere, e per confrontare le informazioni importanti che ho ricevuto», ha detto ieri Lorenzo, prima di chiedere il massimo riserbo sui progressi della sua indagine, «forse incontrerò la signora di Gaiarine che ha conosciuto mia mamma». Al momento è la signora Evi la fonte di informazioni più preziosa: lei, che nell’agosto del 1994 era ricoverata a Conegliano assieme alla mamma di Lorenzo, si ricorda di come quel bambino dopo il parto sia stato adottato da tutto il reparto, e si ricorda anche del dolore provato dalla mamma biologica (giovanissima, minuta e mora di capelli) nel non riconoscerlo. La stessa donna di Gaiarine sta cercando di contattare altre persone che si trovavano in quel reparto in quei giorni. Le migliaia di condivisioni del suo appello su Facebook sono state quasi tutte all’insegna della solidarietà e degli incoraggiamenti. I pochi che lo hanno criticato hanno parlato di «irriconoscenza» verso i genitori attuali, e hanno difeso la volontà della madre biologica di non essersi palesata in tutti questi anni.

Lorenzo ha affidato a un post su Facebook il suo punto di vista: «Molti mi hanno criticato o mi stanno ancora criticando per questa mia scelta: cercare le mie origini. A me non interessa delle vostre critiche, la vita è mia e ho il diritto di trovare la verità o comunque delle informazioni. Ovviamente i veri genitori sono questi che mi hanno cresciuto con amore e fatica».

Intanto altre mamme che in quell’agosto 1994 hanno partorito nell’ospedale di Conegliano, potrebbero aiutare Lorenzo nelle ricerche. «Conosco un’altra mamma qui di Gaiarine, che ha partorito proprio in quel periodo», spiega Evi Cescon, «l’ho sentita, ma lei non ha ulteriori ricordi». La cinquantenne di Albina era stata ricoverata nell’ospedale di Conegliano per due settimane, perché aveva avuto dei piccoli problemi di salute prima del parto della sua secondogenita.

Andrea De Polo

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