L'onda studentesca occupa la sede Iuav di Ca' Tron

Un’assemblea all’interno della Facoltà di Pianificazione
Un’assemblea all’interno della Facoltà di Pianificazione
 Dopo l'occupazione da parte dell'Onda studentesca di Ca' Foscari, la protesta si è spostata verso Ca' Tron. Il palazzo, sede IuaV della facoltà di Pianificazione è stata occupata dagli studenti già nel pomeriggio di venerdì e per ora non hanno nessuna intenzione di andarsene, almeno fino al 14 di dicembre, giorno tanto atteso per conoscere le sorti del governo. A Ca' Tron intanto gli studenti si stanno organizzando per tenere conferenze e incontri su temi più legati alla facoltà di Pianificazione, che secondo gli studenti a causa della riforma potrebbe essere messa fortemente a rischio. Alla prima giornata di occupazione hanno partecipato oltre un centinaio di studenti che poi sono rimasti a dormire nel palazzo e non si sono fatti mancare nulla, neppure la pasta con le «canoce». Ieri sera molti degli studenti che avevano preso parte alla manifestazione regionale dell'acqua si sono poi fermati a Ca' Tron per una cena sociale organizzata dagli occupanti, che per oggi hanno in cantiere di trattare due argomenti collegati con i loro studi: il primo è la svendita del patrimonio pubblico, con dei video-documentari realizzati dagli studenti, visto che Ca' Tron è a rischio dismissione per rimpinguare le casse Iuav. L'altro tema di forte attualità è il terremoto dell'Aquila, dove gli studenti di Pianificazione hanno svolto diversi workshop autogestiti e discuteranno sulle loro personali esperienze di quando sono stati all'Aquila con le necessità di avere più pianificatori del territorio. Gli studenti inoltre spiegano che dopo un incontro con il Rettore Iuav Amerigo Restucci, quest'ultimo si sia espresso contro i tagli della riforma Gelmini e solidale con il movimento studentesco, oltre ad essere disponibile per un prossimo incontro con tutte le componenti dell'Ateneo per discutere della situazione dell'Università. Gli studenti ieri mattina, dopo essersi svegliati si sono ritrovati con il piano terra allagato dall'acqua alta, fortunatamente avevano deciso di dormire al primo piano così nessun sacco a pelo è finito a mollo. «Ci è stato riferito che all'interno della casetta del custode attualmente chiusa, che avevamo utilizzato quest'estate come foresteria per gli studenti fuori sede dopo anni di chiusura, sono stati buttati via oltre a tutti i nostri lavori dei vari workshop che puntavano sul riutilizzo del materiale di scarto della Biennale, dei letti nuovi e anche una cucina perfettamente funzionante e operativa, con tanto di frigorifero - spiega Riccardo Bermani, studente - Non vorrei che ci fosse stato fatto un dispetto per evitare di farci utilizzare quello spazio, ma in questo modo hanno danneggiato l'Università stessa e non tanto gli studenti».

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