«L’Oleificio Medio Piave restituisca le aree all’Eni»

MARGHERA. C’è voluta una convocazione ufficiale in municipio dell’assessore allo Sviluppo economico, Alfiero Farinea, per mettere a confronto i titolari dell’Oleificio Medio Piave spa di Fintanelle (Treviso) che tre anni fa hanno detto di voler costruire una nuova bioraffineria a Porto Marghera (nella aree acquistate da Syndial-Eni), con tanto di accordo scritto con i sindacati in cui si impegnavano ad assumere i lavoratori della Vinyls in procedura fallimentare. Lavoratori che dal prossimo 7 luglio saranno licenziati se non si troverà il modo di prorogare ancora la cassa integrazione che dura da 5 anni.
L’incontro era stato organizzato da Farinea per fare il punto della situazione dopo l’arrivo - con due mesi di preavviso - delle lettere di licenziamento ai circa 130 dipendenti di Vinyls e l’utilizzo di oltre 3 milioni per bonificare con fondi che dovrebbero garantire anche il risamento di aree residenziali come viale San Marco. I sindacalisti dei chimici di Cgil, Cisl, Uil (Colletti, Meneghetti, Tito) hanno colto l’occasione per sferrare un duro attacco ai due titolari dell’Oleificio - Saverio e Carlo Dal Sasso, presenti all’incontro - accusandoli di aver ottenuto le aree dismesse dalle società dell’Eni in cambio dell’impegno di realizzare la bioraffineria di oli vegetali e di assumere in questi nuovi impianti produttivi i dipendenti ancora in forza alla Vinyls. «Ma nulla di tutto ciò è accaduto», hanno detto ieri i sindacalisti dei chimici, «il che ci autorizza a pensare che in realtà l’Olieificio trevigiano ha altre intenzioni per le aree acquistate. Del resto i Dal Sasso non hanno mai presentato in modo chiaro il loro progetto per Porto Marghera».
Dal canto loro Saverio e Carlo Dal Sasso ieri si sono giustificati sostenendo di essere ancora in attesa del via libera dell’Autorità Portuale per l’utilizzo della banchina M36 sul Canale dei Petroli (Malamocco Marghera), precisando che solo dopo aver avuto tutte le garanzie sulla concessione portuale per l’utilizzo della banchina presenteranno il loro progetto definitivo della nuova bioraffineria. Ma l’Autorità Portuale, presente all’incontro di ieri con un suo rappresentante, ha a sua volta ribadito, riguardo l’Oleificio, la «mancata presentazione della richiesta di documentazione per ottenere la concessione all’utilizzo della banchina M36». Per i sindacati si tratta di uno scaricabarile di responsabilità che, comunque «non giustifica l’Oleificio che, se non mantiene i suoi impegni, deve restituire le aree acquistate dall’Eni, come prevede una clausola dell’accordo di compravendita con Syndial».
L’assessore Farinea ha sottolineato che, malgrado le lettere di licenziamento già inviate ai lavoratori dal curatore fallimentare, l’avvocato Mauro Pizzigati, c’è la necessità di «un ulteriore sforzo congiunto per garantire la proroga di 5 mesi della cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori coinvolti nella crisi dell’azienda» per permettere, finalmente, la conclusione delle bonifiche delle acque stoccate nell’area Vinyls e la demolizione dei vecchi impianti del cvm/pvc.
Infine, visto lo scaricabarile tra Autorità Portuale e Oleificio Medio Piave sull’utilizzo della banchina M36, l’assessore Farinea ha convocato un nuovo incontro tra 15 giorni, nella convinzione che «solo il dialogo e la collaborazione tra tutte le parti coinvolte possano consentire di affrontare con determinazione le questioni che condizionano lo sviluppo del progetto di Oleificio, e più in generale, la riconversione di Porto Marghera».
L’incontro di ieri, secondo l’assessore «ha confermato la rilevanza e la valenza strategica della dotazione infrastrutturale di Porto Marghera nei processi di riconversione industriale. Solo valorizzando le infrastrutture portuali e la rete ferroviaria e stradale presente nell’area sarà possibile attrarre nuovi investimenti e iniziative imprenditoriali e favorire quindi il riassorbimento dei lavoratori colpiti dalla crisi».
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