L’Oleificio deve 3,5 milioni ai terminalisti del porto

Vicenda Vinyls: il gruppo della famiglia Dal Sasso non ha pagato i servizi logistici e ha chiesto il concordato. L’assessore Farinea convoca un incontro il 12 giugno
oderzo..incendio oleificio medio piave
oderzo..incendio oleificio medio piave

Nuovo faccia a faccia - il prossimo 12 giugno nella sede dell’assessorato comunale allo Sviluppo Economico - tra sindacati di chimici veneziani, Autorità Portuale e famiglia Dal Sasso, titolare dell’Oleificio Medio Piave di Fontanelle (Treviso) e di una miriade di società controllate. L’incontro convocato dall’assessore Alfiero Farinea dovrebbe chiarire, una volta per tutte, la fattibilità del progetto di insediamento a Porto Marghera, presentato dai Dal Sasso che comprende l’utilizzo della banchina M36 sul trafficatissimo canale Malamocco-Marghera.

Negli ultimi giorni, come da impegno preso nel precedente incontro convocato una quindicina di giorni fa dallo stesso assessore Farinea, i titolari dell’Oleificio hanno incontrato i tecnici del Porto ai quali hanno promesso di presentare al più presto il progetto per l’obbligatorio arretramento della banchina. Si tratta di un intervento che costa svariati milioni di euro e più di qualcuno si chiede se i titolari dell’Oleificio siano in grado di far questo investimento (in aggiunta ai quasi 100 milioni di euro necessari per costruire una nuova raffineria di oli vegetali a Porto Marghera), visto che hanno chiesto il concordato preventivo per evitare il fallimento per i troppi debiti non pagati.

Oltretutto il via libera all’utilizzo della banchina sul canale dei Petroli spetta al Comitato Portuale del quale fanno parte anche terminalisti e operatori portuali che sono in concorrenza con l’Oleificio o avanzano da lui considerevoli cifre di denaro per l’utilizzo delle banchine in loro concessione da parte dell’Oleificio. Nel lungo elenco di creditori - allegato alla proposta di concordato per ripianare il “buco” di 80 milioni in bilancio, all’esame dei giudici fallimentari - ci sono, infatti, i principali terminalisti del porto commerciale di Venezia che avanzano complessivamente 3 milioni e mezzo per l’utilizzo delle loro banchine per lo scarico dei semi oleosi lavorati dall’azienda trevigiana. L’Oleificio Medio Piave, attraverso la neocostituita Medio Piave Marghera spa, dice di voler realizzare il progetto di costruzione di una bioraffineria nell’area acquistata da Syndial (Eni), dove potrebbero essere assunti i poco più di cento dipendenti di Vinyls giunti alla fine del quinto e ultimo annodi cassa integrazione.

Per questi lavoratori, l’unica possibilità di un’ulteriore proroga della cassa integrazione straordinaria - in modo da evitare il licenziamento con l’inserimento nelle liste di mobilità - resta il progetto del nuovo oleificio dei Dal Sasso a Porto Marghera, ma l’impresa è ardua.

La cassa integrazione scade il 7 luglio prossimo e potrebbe cozzare contro la bocciatura della richiesta di concordato da parte del tribunale di Treviso e dalla inaffidabilità del progetto per l’arretramento della banchina che dovrebbe presentare nei prossimi giorni all’Autorità Portuale.

Gianni Favarato

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