Lo Stato batte cassa dai Lovacovic confiscati beni per 300 mila euro
Un anno fa il Tribunale presieduto dal giudice Angelo Risi ha dato il via libera ai poliziotti per mettere i sigilli ad un appartamento a Mira, a un ampio terreno in via Terraglietto a Mestre e a un camper, tutte proprietà della famiglia Lovacovic. Ora è arrivata la confisca definitiva. Il valore, complessivo, dei beni sfiora i trecentomila euro. I beni sono finiti allo Stato. Il provvedimento di sequestro era stato chiesto due anni fa dal Questore di Venezia e dal pm Walter Ignazitto, che aveva coordinato gli accertamenti sul conto della nota famiglia sinti che un tempo era accampata proprio in via Terraglietto.
I beni sono stati confiscati perché acquisiti attraverso il reimpiego di denaro proveniente da reati. A permetterlo è una legge del 2011, nota come Codice Antimafia, che ha ampliato le tipologie delle persone nei cui confronti possono essere applicate le misure di prevenzione di carattere patrimoniale. Così i provvedimenti si applicano a coloro che si ritengono, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta e il tenore di vita debbano ritenersi vivere abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debbano ritenersi dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica o morale dei minorenni, sanità, sicurezza o la tranquillità pubblica.
L'ultima volta che alcuni dei membri della famiglia Lovacovic sono finiti nei guai risale all'aprile di tre anni fa, quando per ricettazione finirono in manette: Marco Lovacovic, ora 53enne, e i figli Louis, Marili e Sofia, rispettivamente di 29, 25 e 22 anni. Era stata invece posta agli arresti domiciliari nel campo Daniela Braidic, 48 anni, moglie di Marco e madre dei tre giovani. Tutto aveva era inizio quando una pattuglia del commissariato di Mestre cerca di controllare un furgone, lungo il Terraglio. L'automezzo è seguito a breve distanza da un'auto. Il conducente però non si ferma all'alt dei poliziotti e prosegue imboccando a forte velocità via Terraglietto, seguito dall'auto. Entrambi i veicoli alla fine di via Terraglietto, a ridosso della tangenziale di Mestre, entrano in un campo nomadi recintato e chiuso da un cancello. I poliziotti cercano di mettere il muso dell'auto dentro ma capiscono che ci possono essere dei guai anche perché loro sono in due e lì dentro ci sono almeno quindici persone. Gli agenti chiedono rinforzi. Alla fine scoprono di tutto, merce rubata in mezza Italia negli ultimi dieci anni. Refurtiva proveniente da colpi compiuti a Rimini, Reggio Emilia, Vicenza, Verona, Trento, Mestre e in provincia di Venezia per un valore di oltre centomila euro. I beni sequestrati (un camper del valore di poco meno di 50.000 euro, il terreno di via Terraglietto del valore di circa 113.000 euro e l’abitazione da 130 mila eruo che si trova nel comune di Mira)nei giorni scorsi sono finiti allo Stato. (c.m.)
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