«Lo stadio si farà, avanti con il progetto»
Invitato dall’Ateneo Veneto con i vertici del Venezia Fbc, socie e giornalisti, a parlare di “Uno stadio per Venezia, idee e prospettive”, ieri, il sindaco Brugnaro ha confermato che si lavora per uno stadio a Tessera da 25 mila posti, con albergo, negozi sportivi, una fermata ferroviaria. Niente date: «Ci lavoriamo da un anno in silenzio, lo presenteremo quando sarà tutto pronto e lo farà la società come vorrà, perché lo sport è anche spettacolo». Poi ha spaziato irrefrenabile: «Se ne parla da 63 anni, ma non vi sentite presi in giro? A discutere sono stati bravissimi», ha attaccato, «è successo che i cittadini hanno votato un altro sindaco rispetto a chi riteneva lo sport una cosa da ricchi», «qui bisogna andar avanti: avanti col Cristo che la procesion se ingruma. Ci vuole che la classe dirigente prenda la sua responsabilità e noi lo facciamo».
La premessa. L’Ateneo ha organizzato il confronto perché - come ha spiegato il presidente Guido Zucconi - «da sempre qui si parla dei problemi della città. Abbiamo la grande occasione di costruire uno stadio strutturato non solo per il calcio, ma anche per spettacoli, concerti: Venezia può passare da retroguardia ad avanguardia». Auspicio non raccolto, perché - hanno detto sindaco e Venezia Calcio - sarà uno stadio per il calcio, non altro.
Lo sfogo. «Nemo propheta in patria, l’importante è che venga da fuori, parli tedesco, francese, se xe de qua, xe contadin», ha attaccato Brugnaro, «Zamparini è stato cacciato: aveva portato la seria A, i miliardi, ma qualcuno ha detto che non si doveva fare un supermercato: poi ne abbiamo fatti 4, 5 e la serie A se la sono vista a Palermo. Vogliamo contiuare così? Nel passato nessuno ci ha messo la faccia sul Calcio Venezia. Io ce l’ho messa, abbiamo scelto la società, chiesto un progetto e ce l’hanno fatto».
Lo stadio. «Il Casinò - che sapete in che razze di acque sia - ha un’immobiliare che ha terreni di proprietà a Tessera: andando verso l'aeroporto, a metà Tangenziale, a destra. Quell'area la vogliamo vendere, non regalare: cara, non carissima. Tutti bravi finora a far analisi, peccato che abbiano governato 30 anni. Abbiamo avuto filosofi, poeti, giornalisti, ma Venezia è stata costruita da gente che - scusate - aveva gli attributi: siamo eredi di quella storia. Noi cediamo i terreni a una compagine del Calcio Venezia, dove ci sarà lo stadio di circa 25 mila posti. Parliamo con tutte autorità, i controllori dell’aeroporto, la Regione, ma prima di tutto mettiamo i privati al centro, perché senza ritorno il calcio non vive. Così insieme allo stadio ci sarà l'albergo, un luogo di commercio molto particolare. Punto: non ci sarà altro. Uno stadio moderno, bello, non grandissimo a misura di città metropolitana. L’amministrazione è schieratissima su questo». Il nome? «Lo sceglierà la società, magari ci metteranno uno sponsor».
Fermata ferroviaria e strade. Brugnaro ha poi aggiunto che d’intesa con la Regione, «chiederemo a Ferrovie di fare una fermata anche allo stadio della bretella aeroporto-stazione di Mestre. Dentro la delibera a favore dell'aeroporto c’è anche la liberatoria per utilizzare i 17 milioni per la viabilità per collegare quell'area alll'aeroporto, bloccati da anni di baruffe con tutti».
Nessun palazzetto. A chi chiedeva del Palazzetto, il sindaco ha detto di aver «dato disposizioni di non fare nulla sennò dicono che sono in conflitto di interessi: io posso fare a meno di spendere 8/10 milioni l’anno per la Reyer, ma voi avete chiuso con il basket. Mi domando se sia ragionevolezza».
Il Venezia Football Club. Davanti al dilagare del sindaco, i rappresentanti della società - nel ringraziarlo - non hanno aggiunto molto, non dando neppure le date delle quali avevano parlato nei giorni scorsi: il 2019. «Confermo che di uno stadio stiamo parlando, non è previsto altro: non c’è palazzetto. Stiamo lavorando con ingeneri e architetti», ha detto Alessandro Vasta (del Cda). «Non abbiamo nessun interesse a progetti extra sportivi», ha aggiunto il direttore Dante Scibilia, «le altre strutture serviranno solo per dare risorse per far crescere il progetto sportivo della società, focalizzato solo sullo sport». Rispondendo al termine dell’incontro a una domanda della consigliera 5 selle Sara Visman sul vincolo aeroportuale all’area, Scibilia ha detto che è stato ridotto da mille a 500 metri e che il progetto ne sarebbe così fuori.
Il Baracca. «Anche per il Mestre ci abbiamo messo la faccia e anche qualche milione», ha detto Brugnaro, «il Baracca era stato dato a Est Capital, affarone per i soliti noti, per fare palazzine. Ce lo siamo ripresi e l'abbiamo dato alla società sportiva meritevole di fiducia».
Poveglia. Per Brugnaro è un sassolino grosso e accusa i giornalisti: «Un matto voleva spendere 40 milioni per fare un ospedale a Poveglia e chi non lo scrive è colpevole e l’isola è ancora così, in mezzo ai topi. Quel matto non può più farlo perché è sindaco e in conflitto di interessi: trovevene un altro. I furbi, i geni che vol far le grirsiole là: non discuto la buona fede, ma lì c'è un parco archeologico e edifici da salvare: servono 40 milioni».
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