Lo stadio Penzo sarà pronto il 19 settembre per Venezia-Spezia: ultimo scoglio la commissione

Il via libera ufficiale nei prossimi giorni. Cardinaletti:  «Se qualcosa andrà storto, solo una partita a Ferrara»

Simone Bianchi

VENEZIA. Il Venezia vede il traguardo per la conclusione dei lavori allo stadio Penzo. Mancano infatti 10 giorni a quello che dovrebbe essere l’esordio stagionale in casa, il 19 settembre alle 15 contro lo Spezia, partita valida per il quarto turno della serie A, ma il condizionale è ancora d’obbligo. Lo è perché tutto passerà necessariamente per il definitivo via libera dalla Commissione provinciale di pubblici spettacoli, incontro in calendario il 14. Ieri, a spiegare la situazione, è stato Andrea Cardinaletti, supervisore del progetto per contro del club di Duncan Niederauer.

A che punto sono i cantieri?

«Siamo arrivati nell’ultimo chilometro del percorso. Se prima ci potevamo permettere di sbagliare poco, ora davvero non abbiamo più margine. La fase è, anche, tale che il punto è del non ritorno. Guardiamo in maniera decisa a giocare il 19 settembre a Sant’Elena».

Cento giorni per completare le opere, sarebbe un record?

«Infatti. Le premesse che ho sempre fatto devono essere tenute in considerazione. Per noi sarebbe un miracolo farcela entro questa data, altrimenti avremo comunque fatto un ottimo lavoro. Ma a quel punto, si andrebbe a giocare sul campo alternativo solo la partita con lo Spezia, perché la settimana dopo il Penzo sarebbe pronto per forza, e arriverebbe il Torino. Una settimana di ritardo non sarebbe un fallimento, ma noi rimaniamo fiduciosi sul 19».

Che percentuale vi date nel riuscirci?

«Personalmente direi il 101%, ma perché lo dico io che sono il supervisore del progetto e ci ho sempre creduto. Realisticamente, mettendo nel conto che a volte ci possono essere degli intoppi, direi al momento 85-90%».

Come si sente dopo questa lunga rincorsa?

«Il merito di questa operazione non è mio, ma di chi ha lavorato al Penzo dal giorno dopo la finale playoff con il Cittadella. Gente che non torna a casa in Sicilia da quattro mesi o che ha saltato le ferie. Qui è impegnata una squadra che ha lavorato in modo incredibile. L’operazione, tecnicamente, avrebbe richiesto 7-8 mesi, noi lo stiamo facendo in 100 giorni. Cioè, parliamone».

A che punto siete con i cantieri?

«Il campo è a posto, per le torri faro sarà fatta la prova finale lunedì prossimo per l’omologazione a 1.650 lux (sono gli stessi sistemi dello Juventus Stadium, ndr), le tribune sono tutte montate, mancano solo seggiolini e rifiniture in alcune parti. Gli spazi interni alla tribuna centrale sono in ultimazione, compresi i nuovi spogliatoi per le squadre, poi si passerà agli aspetti grafici e alla ripulitura. I pitch box per il pubblico, attorno alle panchine, a breve verranno montati».

Ci saranno altre novità?

«Sì, ma le presenteremo la prossima settimana, quando organizzeremo un sopralluogo con i rappresentanti dei media. Stiamo ultimando un lavoro incredibile. Sarà uno stadio diverso dagli altri, per me il più bello d’Italia, per il semplice fatto che tutto è stato realizzato nel piccolo spazio disponibile. Se penso all’area hospitality della Dacia Arena di Udine, è grande quasi come il Penzo. Non possiamo paragonarci agli altri, ma puntare sulle peculiarità del nostro impianto».

Quanti posti avrà?

«Saranno 11.150, omologati dalla Lega Calcio, con il 50% per le norme anti Covid ne potremo utilizzare solo 5.575».

Lo stadio Mazza di Ferrara è stato accettato come alternativa dalla Lega Calcio?

«Sì, anche in virtù della capienza ulteriormente ridotta per il sequestro di una parte delle tribune. Sarà di poco superiore ai 3 mila posti. Ma solo nel caso non ce la facessimo al Penzo per il 19, e io rimango invece ottimista. Stiamo preparando la casa del Venezia e dei suoi tifosi». Simone bianchi

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