Lo sciopero bianco in Actv: «Battelli lumaca, andiamo avanti così»
VENEZIA. «Il richiamo del presidente Actv Scalabrin al “buon senso dei padri di famiglia” suona proprio come una provocazione. Comunque, sia chiaro: noi indietro non torniamo, si va avanti così. La cosa si risolverà solo quando rivedranno gli orari di percorrenza, metteranno in servizio più mezzi e assumeranno personale, e il Comune interverrà per dare regole nuove a favore del trasporto pubblico e del diritto di tutti i cittadini di muoversi. Il nostro non è uno “sciopero bianco”, ci tocca anche litigare in famiglia perché ce lo dicono: ci limitiamo a rispettare i limiti per il bene di tutti, in un traffico che è diventato pericolosissimo. Noi vogliamo restare nelle regole, evidentemente loro non ci sono abituati».
È muro contro muro quello dei piloti Actv, tra molte delusioni, rivendicazioni e qualche dietrologia: contro l’azienda «che scarica sulla nostra pelle i 17 milioni di euro di buco che hanno fatto loro con scelte sbagliate, magari continuando a prendere i premi di produzione perché le spese per il personale sono diminuite con il blocco del turn over, mentre le ore sono rimaste le stesse»; contro il Comune «che non fa niente per assicurare, in terraferma come in laguna, una corsia privilegiata per il trasporto pubblico, che è di tutti i cittadini: sembra proprio che abbiano deciso di voler dimostrare che Actv, che era un gioiellino, non regge e darla ai privati».
Ma anche contro i sindacati, che vorrebbero che la categoria smussasse non tanto il rigore al timone - un limite è un limite - quando il rifiuto caparbio a effettuare straordinari, che da due mesi sta mandando in tilt corse bis e smaltimento e che ora rischia di veder appaltati all’esterno i collegamenti per la Mostra del Cinema. Così, dopo un’estate torrida, si prospetta un autunno caldissimo, considerando anche la riapertura delle scuole.
I piloti parlano ad una voce, anonima: si presentano in redazione in sei, ma a vedere come stanno andando le cose in queste settimane, c’è da credere che rappresentino il sentire generale. L’obiettivo - giurano - non è far saltare le staffe ai passeggeri (anche se ci stanno riuscendo benissimo), ma spiegare che la responsabilità sta altrove.
«Ovvio che il tappo della sopportazione è saltato quando l’azienda ha disdettato gli accordi integrativi, che rappresentano un quarto dei nostri 1600-1700 euro di stipendio», raccontano, accavallando le voci, «rinunciare agli straordinari è duro per molti, ma non è possibile che scarichino addosso ai lavoratori il deficit dovuto soprattutto a una gestione miope: perché, altrimenti, chiudere una biglietteria da migliaia di biglietti al giorno come quella di Murano, oppure, rifiutarsi di metterne una nei giorni dell’inaugurazione della Biennale, quando passano ai Giardini 9 mila persone? Hanno una azienda che è una slot machine con tutti i turisti che trasporta a 7 euro l’uno, ma sono in deficit. Per anni il personale ha fatto i “servizi sociali” a bordo, garantendo un servizio nonostante i tempi di percorrenza fossero applicabili solo alle 2 di notte, mentre il traffico è diventato sempre più un inferno, le fermate aumentate, i trasporti privati pure. A proposito, perché li fa Alilaguna quelli con l’aeroporto? Perché abbiamo biglietti fuori mercato e non c’è un diretto Tronchetto-San Marco? Noi sempre a tappare i buchi, come aiutare a braccia i disabili in carrozzine (anche motorizzate) perché non esistono pedane. Ora, almeno, rispettiamo i limiti di velocità, ci evitiamo multe e lavoriamo più tranquiltà».
Gli straordinari non sono un obbligo e i limiti di velocità vanno rispettati: tutto fila vista da questa parte della barricata. Tranne il trasporto pubblico, che è per aria: difficile che a fronte di tagli per 25 milioni di euro in tre anni, l’azienda assuma personale. «Devono assumersi le loro responsabilità per dare ai cittadini il servizio pubblico al quale hanno diritto: il Comune mettendo mano a un traffico impazzito e l’azienda vendendo più biglietti. Tempi reali di percorrenza, più mezzi e più personale porterebbero anche più passeggeri e maggiori entrate».
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