Lo scherzo tra amici causò un naufragio Chiesti quattro anni

Caorle. Le barche si scontrarono di notte e ci fu un ferito I due quarantenni adesso rischiano una condanna pesante
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma

CAORLE. Quattro anni di carcere in due. Questa la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero per due quarantenni di Caorle, Massimiliano Benatelli e Marco Canta, entrambi accusati di concorso in naufragio. Il rappresentante della Procura lagunare ha chiesto ai giudici del Tribunale di Venezia due anni di reclusione ognuno, mentre i difensori, gli avvocati Antonio Forza e Agnese Sbraccia, si sono battuti per l’assoluzione. Il presidente Sara Natto ha rinviato l’udienza al 28 ottobre, giorno in cui il Tribunale emetterà la sentenza.

I fatti sono della sera del 2 luglio di quattro anni fa, quando Benatelli e Canta, rispettivamente sulle loro barche stavano rientrando da Bibione con alcuni amici sia in un natante sia in un altro. Ieri, il rappresentante dell’accusa (le indagini sono state svolte dal pubblico ministero Giorgio Gava ) ha ricordato che tutto è nato a causa di alcuni scherzi che Canta aveva fatto all’amico. Innanzitutto gli aveva staccato il tubo che porta la benzina dal serbatoio al motore, poi, dopo avergli promesso che lo avrebbe atteso visto che lui non aveva le luci di posizione, era corso in avanti distaccandolo di centinaia di metri. Quindi aveva invertito la marcia ed era andato incontro alla barca di Benatelli con la sua, spegnendo le luci, ma non immaginando che l’amico avrebbe proseguito la sua corsa. Così, i due natanti si erano scontrati e uno dei due si sarebbe ribaltato, sbalzando in acqua i passeggeri oltre a Benatelli. Uno di loro, Cristian Carnieletto era anche rimasto ferito piuttosto gravemente.

Il pubblico ministero ha sostenuto che entrambi gli imputati sono responsabili di ciò che è accaduto: Benatelli non avrebbe dovuto neppure partire con la sua imbarcazione, visto che non aveva le luci di posizione, inoltre correva ad una velocità molto superiore a quella permessa nei canali di navigazione interna. Canta, invece, avrebbe messo in pericolo la navigazione a causa dei suoi scherzi. Per l’accusa, inoltre, gli imputati avevano cercato di occultare quello che era accaduto e le loro responsabilità: non avevano denunciato l’incidente e avevano segnalato ciò che era accaduto alle assicurazioni due mesi dopo, quando le barche erano già state riparate. I due imputati, durante l’istruttoria hanno smentito che le due imbarcazioni si fossero scontrate, Benatelli ha riferito che la sua si sarebbe ribaltata dopo aver battuto contro un tronco galleggiante.

Giorgio Cecchetti

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