Lo fa innamorare, si fa prestare seimila euro e poi lo fa rapinare

Una bella barista di 25 anni organizza il colpo ai danni del suo spasimante per portargli via il cellulare contenente le prove dei prestiti fatti a suo favore dall’uomo

CEGGIA. Esito sorprendente delle indagini sulla cruenta rapina ai danni del ciliense Dino Nadalon, single di 40 anni, avvenuta il 29 settembre scorso. Per i carabinieri delle compagnie di Portogruaro e San Donà, infatti, a ordire tutto è stata infatti la barista del bar Ghiottone, la 25enne Michela S., residente a San Donà. Si è fatta aiutare nel suo disegno criminale da altri due avventori del bar, il marocchino E.Y. 20 anni, e il neomaggiorenne N.A., italiano. Entrambi risiedono a Ceggia, nella frazione di Gainiga e non hanno precedenti con la giustizia, mentre Michela S. in passato aveva superato problemi di droga. Sono accusati di rapina aggravata in concorso.

Il movente della rapina non sta nei soldi che Nadalon quel giorno aveva vinto alle macchinette videopoker, 400 euro; bensì nel suo telefono cellulare, che non è stato ancora trovato dopo la perquisizione domiciliare eseguita dai militari dopo il decreto di perquisizione firmato dal pm veneziano che conduce l’inchiesta, Giorgio Gava. In quell’apparecchio telefonico infatti c’erano gli sms con cui Michela S. inviava pressanti richieste di denaro a Dino Nadalon. Invaghito della ragazza Nadalon ha prestato denaro per oltre 6mila euro. Michela S., potendo contare su un forte ascendente sull’uomo, aveva chiesto più volte prestiti all’operaio, facendosi consegnare banconote da 100, da 50 e via discorrendo, questo per settimane, fino a raggiungere una ragguardevole cifra.

Soldi che servivano per acquisti di vario genere e mantenere un alto tenore di vita. Ma a un certo punto i parenti della vittima si sono stancati e hanno chiesto a Michela S. la restituzione di tutto il denaro. E’ in quel momento che Michela S. ha trovato appoggio negli altri due avventori, E.Y. e N.A., anche loro ammaliati dalla bellezza e dal carattere della ragazza, le cui dote fisiche e di simpatia attirano numerosissimi clienti al bar Ghiottone. Insieme hanno architettato un piano diabolico, diviso in due parti. Inizialmente, infatti, la donna ha rovesciato la storia. Ha raccontato al bar che in passato aveva avuto una relazione con Dino Nadalon, e che lui nel suo cellulare teneva memorizzate delle foto compromettenti che li ritraggono in pose osè.

Era tutto inventato ovviamente. Michela S. ha raccontato di essere vittima di un ricatto, accusando apertamente Nadalon che la ricattava, minacciando di rendere pubblici gli scatti. La seconda parte del piano riguardava la rapina vera e propria. Il 29 settembre sono passati all’azione dopo che Nadalon aveva vinto ben 400 euro alle macchinette. Dopo il violento pestaggio e la rapina di cui era rimasto vittima l’operaio, alcuni testimoni hanno notato l’atteggiamento strano di Michela S., che non era intervenuta a prestare soccorso. A conclusione delle indagini i tre sono stati denunciati per rapina aggravata in concorso. Li ha salvati dalla custodia cautelare il fatto che non avevano precedenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia