Lo circuisce e usa il suo bancomat
ANNONE. Ha fatto credere a un soggetto debole di potersi innamorare di lei. In realtà lo voleva solo circuire per avere dei benefici economici: lo ha privato così del bancomat e del suo codice di accesso. Grazie al tesserino ha compiuto tre prelievi fraudolenti in sportelli bancari di San Stino, Pramaggiore e Gaiarine. Scoperta, è finita nei guai e rischia il rinvio a giudizio. Con le accuse di furto aggravato e di indebito utilizzo di carte di credito o pagamento, per la sparizione di 1.550 euro, è finita denunciata alla Procura della Repubblica di Pordenone, una donna di 41 anni di Conegliano di origini romene che ora rischia una pesante condanna. Ad Annone, un po’ tuttim conoscendo la situazione, avevano invitato l’uomo a rivolgersi ai carabinieri.
Questi, che ha qualche problema di salute, all’inizio non voleva tenere in considerazione i consigli. Poi, finalmente, si è lasciato convincere e si è presentato alla stazione dei carabinieri di Annone, guidati dal maresciallo Gianluca Fasulo. La vittima ha raccontato ai militari dell’Arma, mentre stendeva la denuncia, i particolari di quel rapporto di amicizia un po’ particolare che in paese nessuno aveva visto di buon occhio.
La 41enne ha approfittato della sua ingenuità e si è fatta avanti con la povera vittima. In realtà questi non si è accorta che stava per essere circuito. Così, in uno di quei momenti in cui si trovavano insieme, è sparita la carta per i prelievi di denaro. Sono risultati tre tentativi fraudolenti andati a buon fine. Uno commesso a San Stino di Livenza, l’altro a Pramaggiore. Infine il terzo e ultimo accredito è avvenuto in una banca di Gaiarine, a pochi chilometri dal luogo di residenza della 41enne rumena-coneglianese.
I carabinieri hanno recuperato gli indizi, indagando a seguito della denuncia querela presentata dal 65enne. Alla fine si è scoperto che dal conto corrente dell’uomo erano spariti 1.550 euro, soldi che in caso di colpevolezza la donna sarà chiamata a dover risarcire. Prima però occorre un rinvio a giudizio. La magistratura, visionato il lavoro dei carabinieri, ha ritenuto che la denuncia era più che sufficiente. Della faccenda, dunque, sono stati informati anche i carabinieri dei comandi vicini e in particolare della compagnia di Conegliano, città di residenza della donna. (r.p.)
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