L’Ive affitta un appartamento un mistero il canone di locazione
La casa è in affitto ma il prezzo è un mistero. Può capitare nei casi di appartamenti di pregio promossi dalle agenzie immobiliari di sentirsi dire che la trattativa è riservata. In questo caso però stiamo parlando di un appartamento messo in affitto da Ive - la Immobiliare veneziana - società partecipata al 99,45% dal Comune e allo 0,55% da Avm. Insomma, è una società del Comune.
L’Ive, a fine ottobre, ha pubblicato sul suo sito e su quello del Comune l’avviso di locazione per un appartamento di sua proprietà, al civico 9, interno 10 di via Rampa Cavalcavia. Un appartamento di 92 metri quadrati, al quarto piano, finiture di buona qualità. Ive chiedeva agli interessati di presentare «manifestazioni vincolanti di interesse» entro il 20 novembre.
E l’affitto mensile? Un mistero. Ma come può essere? Come può una persona presentare una manifestazione d’interesse - definita vincolante - per un appartamento di cui non conosce l’affitto? Abbiamo chiesto informazioni all’Ive, al telefono e via e-mail. Dalla segreteria ci hanno risposto, a metà novembre, che «il canone verrà calcolato successivamente alla chiusura dei termini». Se proprio volete calcolare il canone - hanno aggiunto al telefono - bisogna fare riferimento all’articolo 2, comma 3, della legge 431 del 1998 e con riferimento all'Accordo territoriale per il Comune del 2004, così come indicato nell’avviso pubblicato sul sito. È la legge che fa riferimento ai canoni calmierati non calcolati sulla base del reddito.
«È una prassi normale», spiegavano dall’Ive, «che non ci sia il prezzo». Per stabilire l’affitto però c’è bisogno quindi di affidarsi a qualcuno che, calcolatrice alla mano, sappia mettere in fila mappe e parametri. Senza tra l’altro avere la certezza di indovinare il prezzo giusto dal momento che, come recita la legge 431, il canone viene determinato dalle parti «all’interno dei canoni minimi e massimi così come determinati».
Ecco perché di solito, gli enti che scelgono di mettere in affitto immobili a canoni calmierati, il prezzo lo indicano eccome. Lo fa, tra gli altri, la tanto vituperata Ater. Un esempio: nel bando pubblicato per la locazione di un alloggio di 78 metri quadrati a Fossò, l’Agenzia per la casa fa sapere che il canone di locazione mensile è di 360 euro più l’Iva.
Ecco perché la procedura seguita dall’Ive appare poco chiara e inconsueta anche al Sunia, il maggior sindacato degli inquilini che, dopo la nostra segnalazione, si riserva un approfondimento. Anche alla luce del fatto che l’Ive, sempre nella nota in cui comunica la locazione, spiega che «nel caso di più manifestazioni di interesse si procederà mediante sorteggio».
Viene da chiedersi allora quale sia lo scopo di Ive relativamente all’affitto dell’appartamento: se fosse di metterlo a reddito, non si capisce perché non sia stato affittato a prezzo di mercato, leggi chi offre di più, se lo piglia. Se invece fosse quello di dare una risposta - se pur piccola - al problema della casa, c’è da chiedersi perché non sia stata stilata una graduatoria sulla base di un punteggio: reddito, composizione delle famiglia, presenza di portatori di handicap, per citare alcuni dei parametri più noti. «Potevamo affidare l’appartamento a un’agenzia immobiliare», spiegano dalla direzione di Ive, «ma anche per risparmiare abbiamo deciso di pubblicare l’avviso. Forse abbiamo sbagliato a chiedere una manifestazione d’interesse di tipo vincolante e dovevamo rendere noto da subito il canone dell’affitto, ma tutta la procedura è stata fatta in modo corretto».
Magari corretto sì ma - almeno in questa circostanza - trasparente no. Per la cronaca: oggi sono tre a contendersi l’appartamento, il primo estratto a sorte ha già rinunciato. L’affitto è di poco più di 500 euro. A saperlo prima, sarebbe stato tutto più semplice. E si sarebbero evitate le male-lingue in un settore, come quello della casa, che oggi anche in città è particolarmente sensibile e in cui la trasparenza delle assegnazioni dovrebbe essere massima.
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