L’Iuav riparte da Ferlenga: un plebiscito

Vittoria schiacciante al primo scrutinio. Al docente di Progettazione architettonica 144 voti contro i 39 dell’avversario
Di Enrico Tantucci
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 11.06.2015.- Eletto il nuovo Rettore dello IUAV Prof. Alberto Ferlenga.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 11.06.2015.- Eletto il nuovo Rettore dello IUAV Prof. Alberto Ferlenga.

L’Iuav ricomincia da Alberto Ferlenga. Vittoria schiacciante già al primo scrutinio per l’ordinario di Progettazione Architettonica che diventa così il nuovo rettore dell’Università di Architettura di Venezia al posto di Amerigo Restucci - gli subentrerà da fine ottobre e fino al 2021 - ottenendo 144 voti contro i soli 39 raccolti dal suo avversario, il professor Medardo Chiapponi, ordinario di Design. Ampiamente superata la maggioranza assoluta - era di 121 voti - e molto alta anche l’affluenza alle urne, con 151 tra professori e ricercatori sui 170 aventi diritto. Ma il sostegno a Ferlenga è arrivato anche dalle altre componenti dell’ateneo come studenti e personale tecnico e amministrativo.

Professor Ferlenga, un’elezione rapida e nettissima. se l’aspettava?

«Non in queste proporzioni e già al primo scrutinio, anche perché serviva la maggioranza assoluta degli aventi diritto e non dei votanti. Ma è un bel segnale che questo voto sia arrivato da tutte le componenti dell’Iuav, significa che c’è un forte desiderio di cambiamento e anche di ricompattarsi. Un’energia nuova. L’Iuav è ancora un ateneo a suo nodo unico nel panorama italiano, per assommare in sé competenze che vanno appunto dall’architettura, al design, alla moda. Anche in campo internazionale è un ateneo molto considerato nel suo campo, ma ha subìto negli ultimi anni un appannamento di immagine, dovuto forse anche all’incapacità di comunicare all’esterno le molte cose e di pregio, che si fanno in questo ateneo. È da qui che dobbiamo ripartire, dal suo marchio».

Il suo precedessore, il professor Restucci, ha parlato anche della scarso dialogo, in questi anni, tra i Dipartimenti dell’Iuav. Ciascuno chiuso a difendere le proprie prerogative, anziché metterle a disposizione anche degli altri. È così?

«Il problema c’è, ma il fatto stesso che la maggioranza che mi ha votato sia così ampia mi fa capire che c’è appunto la voglia di ritrovare un sentire comune. D’altra parte l’Iuav è un ateneo agile e con competenze specifiche, sarebbe assurdo che replicasse le rigidità e gli steccati tipi delle università di grandi dimensioni. Si danneggerebbe da solo».

Qualche giorno fa il professor Restucci ha spiegato che con i tagli e le misure di risparmio assunte - a cominciare dal blocco del turn-over del personale amministrativo - i conti dell’ateneo sono in sicurezza anche per i prossimi anni. Lei concorda?

«Sempre per l’incapacità di comunicare all’esterno, sembrava che fossimo sull’orlo del dissesto economico, ora che invece tutto sia in sicurezza. Personalmente starei nel mezzo: la situazione dei conti dell’Iuav non è drammatica, ma non bisogna abbassare la guardia. Basterebbe un calo di iscrizioni a metterci in difficoltà».

Il professor Chiapponi, suo avversario, era soprattutto espressione di Design. Dialogherete?

«Ovviamente sì, e non per cortesia, ma perché Design è una delle eccellenze dell’Iuav, a maggior ragione con il rientro dei corsi da Treviso, al termine di una vicenda poco edificante. Del resto il mio programma e quello del professor Chiapponi non sono dissimili».

L’Iuav ha mediamente una proporzione di un docente ogni due rappresentanti del personale tecnico amministrativo. Non è una percentuale sbilanciata?

«Sulla carta sì, ma dobbiamo considerare anche la platea dei contrattisti e dei ricercatori che contribuiscono a equilibrare quel rapporto. Inoltre nei prossimi anni è previsto un consistente esodo per limiti di età sia del personale tecnico, sia dei docenti. E il problema vero sarà quello del ricambio, con sempre meno fondi a disposizione per attuarlo».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia