Litorale sicuro anche a Isola verde

Dimezzati i tempi per arrivare alla spiaggia libera. Tiozzo (Pronto soccorso): «Pronti all’emergenza»
Di Diego Degan

CHIOGGIA. Un tratto di spiaggia lungo seicento metri, tra le torrette numero 39 e 40, tra il camping Smeraldo e il bagno Alba Chiara, tra la foce del Brenta e il centro di Isola Verde: è questa la zona che rappresenta l'ultima frontiera per il pronto soccorso di Chioggia, per il pericolo di annegamento.

Una frontiera che, nei fine settimana si riempie di migliaia di turisti, in gran parte stranieri dell'Est, molti dei quali non sanno nuotare. E, soprattutto, una frontiera “lontana”: mezzora per raggiungerla con l'ambulanza, perché lì non ci sono strade, ma solo dune e sabbia che rallentano qualsiasi soccorso. Da ieri, però, quella frontiera è un po' più vicina. «Grazie all'apertura di una nuova strada di accesso al bagno Alba Chiara», spiega il responsabile del pronto soccorso Andrea Tiozzo, «il tempo di intervento con l'ambulanza si è praticamente dimezzato, ma stiamo lavorando per migliorare ancora».

Litorale sicuro. Tutto il resto del litorale, in tre anni di lavoro coordinato tra Asl, Comune e Capitaneria, è stato messo in sicurezza. Quest'estate, a Sottomarina, ci sono tre punti di primo soccorso (Diga, Granso e Tegnue) più un quarto punto, nel week end, a Isola Verde, tutti attrezzati, ai quali si possono rivolgere i turisti in difficoltà, senza intasare il pronto soccorso dell'ospedale; tutte le torrette e tutti i pennelli a mare sono stati numerati per facilitare l'individuazione dei luoghi di eventuali emergenze; i corridoi di accesso alla spiaggia vengono tenuti sempre liberi; c'è la App gratuita per il telefonino che dà indicazioni in tempo reale su orari e percorsi per raggiungere servizi e ambulatori sanitari. Tutto per favorire la funzionalità degli interventi e, la loro celerità. «Ogni minuto è fondamentale, nelle emergenze», chiosa Tiozzo, «prima arriviamo più è facile salvare il paziente».

L'ultima spiaggia. Ma c'era quella zona di Isola Verde, “lunga” da raggiungere. Ieri una apposita esercitazione ha sperimentato dal vivo tempi e modi di intervento. La finta chiamata di soccorso ha fatto scattare la partenza di un'ambulanza con medico e tre infermieri a bordo e di un gommone della guardia costiera che avrebbe dovuto prelevare un infermiere dal punto di primo soccorso alle Tegnùe e portarlo sulla spiaggia libera di Isola Verde. Purtroppo le condizioni del mare, con onde forza 3 e vento a 20 nodi, hanno impedito al gommone di fare la sua parte: rischiava l'incagliamento col piede del motore e, in assenza di motore, non sarebbe stato governabile. Ma l'ambulanza, attraverso la via di accesso è arrivata e i dati dell'elettrocardiogramma del paziente sono stati trasmessi alla sala operativa. Nessun annegato nel 2013 «Riproveremo l'esercitazione in condizioni di mare calmo», dice Tiozzo, «in quel caso dovremmo migliorare ulteriormente i tempi di intervento. E poi c'è sempre la possibilità dell'elicottero che, però, potrebbe essere disturbato dal vento. Nell'emergenza non si può improvvisare: tutto va pianificato. I risultati ottenuti l'anno scorso, con decine di persone salvate dalle onde, e nessun morto, dicono che stiamo lavorando bene».

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