Lite nell’ufficio del sindaco donna si ferisce a una mano

 La richiesta di risiedere nella casa popolare dove vive la madre disabile scatena lo scontro con il primo cittadino che chiede l’intervento dei carabinieri

FOSSALTA DI PIAVE. Una donna chiede la residenza a Fossalta di Piave per unirsi alla madre, ma la discussione con il sindaco finisce tra grida e spintoni, come lei ha raccontato, tanto che è stato necessario l’intervento le forze dell’ordine. Ora lei stessa, la 37enne A.M. minaccia di darsi fuoco nello stesso appartamento in cui vive la mamma, una casa del Comune in via Roncola. Nella colluttazione all’interno dell’ufficio del sindaco, Massimo Sensini, la donna si è procurata una lesione alla mano, schiacciata da una porta.

Il sindaco nega: «Nulla di tutto questo, ho chiesto io la presenza dei carabinieri durante la discussione con questa persona che non ha la residenza qui e non può vivere con la mamma, cittadina con problemi e handicap da me tutelata». Una vicenda oltremodo intricata che si protrae da anni. La donna ha infatti formalmente residenza a Taranto, anche se di fatto vive qui. Da tempo è a Fossalta e vorrebbe unirsi alla mamma in una casa popolare. Questo le viene vietato dal Comune. Ha dimorato per qualche tempo in ospedale a San Donà, dormendo in un bagno, poi al cimitero di Fossalta. «Non so dove andare, non ho un lavoro», racconta, «vorrei stare con mia mamma, vivere con lei, ma non mi lasciano. Appena ci vado, arriva un controllo e mi mandano via. E non vogliono neppure che vada nella casa popolare in cui si trasferirà a breve. Il sindaco mi ha risposto male, trattata peggio. Io, in un momento di rabbia, ho iniziato a inveire e l’ho aggredito, non potevo accettare che mi trattasse così. Ho anche problemi di epilessia e mi viene rifiutata la domanda di residenza. Se le cose stanno così mi darò fuoco nell’appartamento, perché sono arrivata a questo punto grazie alla mia famiglia e al Comune». La donna si è rivolta all’avvocato Giuseppe Muzzupappa: «I sindaci parlano attraverso gli atti e non certe offese che mi sono state riferite. Non possiamo accettare sindaci sceriffi. Una donna vorrebbe vivere con la madre e non le viene permesso. Oltretutto è vero che ha residenza a Taranto, ma da una quindicina d’anni è qui». Il sindaco Sensini non si scompone: «Nessuno scontro, nessuna violenza. Quando questa donna vuole parlarmi sono io a chiedere che ci siano i carabinieri. Potrà fare tutte le domande che ritiene, al momento non ha residenza e alcun diritto di vivere con la mamma anziana, malata, con handicap, che è una mia cittadina e che io devo tutelare».

 

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