«Liste elettorali, no alle infiltrazioni»
Con una lettera ai sindaci, al procuratore della Repubblica e ai responsabili delle forze dell’ordine della provincia, il prefetto Domenico Cuttaia elenca le attività di contrasto messe in campo dalla Prefettura contro le infiltrazione mafiose immediatamente dopo le audizioni della Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi. Tre le direttrici su cui si è mosso, quella del controllo delle liste elettorali, in modo che nei consigli e nelle giunte comunali e regionali non arrivino a sedersi personaggi in rapporti con le organizzazioni criminali, quella per impedire che finiscano a imprese e ditte legate ai mafiosi appalti pubblici e, infine, l’attività per far emergere usura ed estorsione, visto che nella nostra provincia i reati per questi reati si contano sulle dite di una mano.
«La recente audizione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre organizzazioni criminali, anche straniere, ha messo in evidenza l’efficace predisposizione, in questa provincia, di tutti gli strumenti finalizzati a prevenire i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto socio-istituzionale», inizia la missiva.
Il primo argomento affrontato è quello delle liste elettorali: «C’è il costante monitoraggio da parte della Prefettura dello svolgimento delle attività istituzionali in linea con la normativa antimafia mirante a evitare il formarsi di situazioni di collusione con le organizzazioni criminali all’interno degli organi elettivi degli enti locali», si legge, «In tale contesto assume particolare rilevanza la puntuale attività ricognitiva svolta dalla Prefettura in occasione della presentazione delle liste dei candidati alle elezioni locali, pienamente coerente con le disposizioni di legge che prevedono chiare ipotesi di incandidabilità per coloro che annoverino precedenti penali di un certo tipo e che si trovino in determinate situazioni processuali. L’acquisizione delle informazioni al riguardo, disposta ex ante e non ex post (cioè dopo le consultazioni elettorali) consente alla Prefettura di avere un quadro completo di eventuali fenomeni che potrebbero distorcere la competizione elettorale ponendo le premesse per l'ingresso in ambiti istituzionali di soggetti collegati in qualche modo alla malavita organizzata». Quindi gli appalti: «Un secondo ambito d’intervento è quello relativo allo svolgimento di tutte le attività preventive finalizzate ad evitare le possibilità d'inserimento della criminalità organizzata attraverso procedure di assegnazione degli appalti pubblici di lavori e forniture. A tal riguardo, oltre alle misure interdittive adottate nei confronti di imprese che presentavano situazioni non ritenute conformi ai requisiti prescritti dalla legge, è stata sviluppata una notevole attività informativa». «Ciò», conclude il prefetto, «ha consentito di rilevare situazioni meritevoli di approfondimento che, se pur al momento non hanno richiesto l’adozione di misure drastiche, hanno comunque indotto lo scrivente a non rilasciare i provvedimenti così detti liberatori e, soprattutto, a non iscrivere alcune imprese nella white-list prevista dalla normativa vigente».
Infine, l’attività «finalizzata a far emergere situazioni riconducibili a fenomenologie criminose del tipo estorsione" e usure. Si ha motivo infatti di ritenere che il limitato numero di reati denunciati in proposito non costituisca solo l'espressione di una irrilevanza di detta fenomenologia criminosa, ma rappresenti l'aspetto negativo di una tendenza a non denunciare tali comportamenti criminosi. Al riguardo, deve osservarsi come la denuncia di tali reati costituisca elemento essenziale per lo svolgimento delle indagini... Occorre pertanto intensificare l'azione di sensibilizzazione e su questo versante è fondamentale il ruolo che possono svolgere le amministrazioni locali».
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