L’isola di Poveglia fa gola agli investitori privati del turismo
VENEZIA. Un peso eccessivo per lo Stato, un boccone prelibato per il business del turismo, un bene comune per i cittadini. In questi giorni molti sono gli occhi puntati su Poveglia e altrettanti i pensieri rivolti all’asta on line a offerta libera, per la cessione per 99 anni della proprietà superficiaria dell’Isola, fissata il 7 maggio alle ore 11 per conto del Demanio (consegna busta elettronica con offerta 6 maggio ore 16, cauzione 20 mila euro).
L’Isola rientra nella “top five” di 45 complessi immobiliari stimati dal Demanio superiori a 400 mila euro. Per adesso ne sono stati messi all’asta solo cinque. In Italia, a una cifra inferiore ai 400 mila euro, sono invece in vendita tramite avviso pubblico 148 immobili del valore totale di 9.400.000 euro. Il maggior numero di beni in vendita è in Veneto, 47 per 2.150.000 entro fine aprile. Ieri mattina, nella sede dell’Agenzia del Demanio di Mestre, i possibili acquirenti di uno dei gioielli più corteggiati del patrimonio statale, si sono seduti uno vicino all’altro, studiandosi con finta indifferenza. Ad ascoltare i dettagli dell’asta c’erano infatti “pesci” di varie misure, grandi e piccoli: Umana, Santa Chiara, Fujiko International Trading, G&G Engineering, Te.Ca Immobiliare, Istituto Italiano dei Castelli, Vento di Venezia («solo per curiosità» ha detto Alberto Sonino), due broker piemontesi e l’ “Associazione Poveglia” che invece si è fatta sentire: «I cittadini saranno presenti all’asta», ha detto il portavoce Lorenzo Pesola, «e non abbandoneremo la corsa». Le regole sono dure.
Il primo ostacolo da superare per avvicinarsi a Poveglia è infatti puramente economico. Soltanto le cinque offerte con più zeri passeranno alla seconda asta che invece terrà conto del business plan. Il nome dell’acquirente sarà noto dopo 30 giorni, quindi verso metà giugno.
«Vogliamo sottolineare che lo Stato non svende i suoi beni», ha detto Paolo Maranca, direttore centrale, «e non vuole fare cassa ma, essendo impegnati a razionalizzare le spese, il nostro obiettivo è di gestire solo gli immobili utili alla pubblica amministrazione. In caso contrario tali immobili li destiniamo al mercato affinché rientrino in un progetto più strutturato che incentivi lo sviluppo del territorio e siano da volano in un momento di crisi. Non vogliamo che lo Stato in maniera autoritaria imponga un prezzo di valore, ma che sia il mercato che ne conosce il valore in termini economici a fare una proposta». Tornando a Poveglia e alle sue potenzialità.
«Dal punto di vista del turismo da diporto», ha detto Piergiorgio Allegroni, direttore generale del Veneto l’isola ha una posizione molto interessante ed è importante che ci sia l’intervento di un privato che intervenga dove manca l’interesse della pubblica amministrazione». L’interesse per il business turistico è stato sottolineato anche da Stefano Mantella che ha spiegato come Poveglia abbia le caratteristiche per rientrare nel network “Valore Paese Dimore” che incentiva l’investimento per finalità turistiche e culturali. I relatori hanno detto che Poveglia non poteva essere inserita nel federalismo demaniale in quanto bene vincolato alla Soprintendenza che poteva essere messo in lista solo se richiesto espressamente dal Comune. Una volta concesso Insomma, un po’ di carte sono state scoperte. Ora si attendono le prossime mosse dei giocatori.
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