«L’ironia non sia provocazione»

Il Patriarca nel giorno del patrono dei giornalisti: «Mestiere fondamentale che aiuta a comunicare»
Di Nadia De Lazzari
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 24.01.2015.- S.Apollonia, Incontro con i Gionalisti.- Mella foto da sx Gianluca Amadori, il Patriarca Francesco Moraglia, ..., e il Dir.Corsera Ferrucio De Bortoli il Patriarca Francesco Moraglia con il Dir. Corsera Ferrucio De Bortoli.-
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 24.01.2015.- S.Apollonia, Incontro con i Gionalisti.- Mella foto da sx Gianluca Amadori, il Patriarca Francesco Moraglia, ..., e il Dir.Corsera Ferrucio De Bortoli il Patriarca Francesco Moraglia con il Dir. Corsera Ferrucio De Bortoli.-

«Anche in tempi di crisi, di tagli e di disoccupazione schiena dritta e non cedere a lusinghe del potere portando avanti un mestiere indispensabile». Nella giornata dedicata a san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il patriarca Francesco Moraglia e il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli - su invito della diocesi di Venezia, dell’Ordine dei giornalisti del Veneto e della sezione veneziana dell’Unione cattolica stampa italiana - hanno affrontato i più attuali temi sul tappeto.

Dapprima gli operatori del mondo delle comunicazioni sociali e dell’informazione si sono riuniti nella cripta della Basilica. Alle 11 il vicario generale, don Angelo Pagan, ha celebrato la messa animata da don Giuseppe Camilotto. Un «grazie giornalisti per il vostro contributo che oggi è urgente», poi nella vicina Sala S. Apollonia De Bortoli e il Patriarca Moraglia hanno affrontato interessanti riflessioni.

Sull’informazione, utile al bene comune, Moraglia e De Bortoli hanno lanciato un messaggio congiunto. «Fare il giornalista vuol dire fare una professione in un settore in crisi ma assolutamente centrale nella nostra società», ha sottolineato il direttore, «un mestiere indispensabile perché il giornalismo fa sì che l’opinione pubblica, se avvertita, non sia una curva di tifosi e possa scegliere in libertà. Einaudi diceva che un buon giornalismo mette in condizione il cittadino di conoscere per deliberare, credo che basti questo».

Il Patriarca ha aggiunto: «Mi piace che l’informazione ci sia e ci aiuti a comunicare perché credo sia fondamentale come stimolo. Poi mi piacerebbe un’informazione che racconta e ci aiuta e comunicare partendo da quello che i giornalisti con competenze e conoscenze superiori alle nostre hanno saputo evidenziare».

In merito all’attuale classe politica, il direttore del Corriere della Sera ha espresso critiche e perplessità. «Non bastano gli slogan. Come si sta muovendo non è sempre all’altezza. Abbiamo spinto troppo sull’antipolitica».

Una riflessione condivisa dal Patriarca di Venezia che osserva: «L’attuale modo di fare politica, con l’ossessione del tweet, passerà presto. Sull’etica ci è voluto Benigni».

De Bortoli e Moraglia si sono soffermati sul tema dell’educazione. Il presule ha rievocato il recente incontro con il rabbino capo Scialom Bahbout e il presidente della Comunità ebraica Paolo Ghignati: «Ci siamo detti che bisogna investire sui bambini». De Bortoli ha proseguito: «C’è un’emergenza educativa che si allarga a quella civile».

Condivisione anche in merito al diritto di espressione, così come si configura dopo i tragici fatti di Parigi. «L’ironia non può diventare provocazione», dice Moraglia, « Bisogna riflettere, non si conoscono le reazioni del provocato». Limiti alla satira? «Non devono essere stabiliti per legge ma ci deve essere autoregolamentazione», chiude De Bortoli.

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