L’invasione dei seicentomila Altri sponsor in aiuto di Venezia
Oltre 600 mila presenze in quindici giorni di festa, con la valanga di 130 mila turisti sabato grasso. Né il tempo orrendo di domenica né il calendario (mai Carnevale è stato così “basso”) hanno potuto più di una manifestazione con poche maschere e molte ambizioni, grandi numeri e qualche novità, che ieri sera poco prima di mezzanotte se l’è dovuta vedere anche con i 110 centimetri di acqua alta.
Gongola sotto il tabarro il direttore artistico Marco Maccapani, al suo debutto in laguna, e ora già con uno schizzo, un’idea, un piede nel Carnevale 2017. «Ci sono amici che vogliono aiutare Venezia - spiega - così, grazie a loro, vorrei riuscire a fare di più, e cioè a dare più spazio ai giovani e a coinvolgere maggiormente la città diluendo la festa in altri luoghi, creando interesse anche al di fuori di Piazza San Marco che, dal canto suo, potrebbe offrire spettacoli almeno fino all’ora dell’aperitivo».
Per far nomi, Swarovsky, il marchio di cristalli, e Renzo Rosso, patròn della Diesel. «Spero che potremo contare su di loro come su altri, perché Venezia ha sicuramente molti amici - dice ancora Maccapani - intanto, per quest’anno, ho imparato molte cose e vorrei già avere il tema della festa e una bozza di programma entro maggio».
All’ombra dello Svolo del Leon, in arrivo da Zelarino, il sindaco Luigi Brugnaro porge la sua contentezza. «Il Carnevale è andato molto bene, con una Piazza San Marco volutamente un po' scaricata dalla folla, ma con tante manifestazioni diffuse nella città e in terraferma - spiega il primo cittadino - Il grande risultato si accompagna a un grande impegno da parte di tutte le forze dell'ordine, grazie alle quali è stata garantita la sicurezza in un momento così delicato. Questo Carnevale è un ulteriore segnale della città che si sta risvegliando».
Il risveglio, tuttavia, non sembra aver coinvolto tutte le categorie in maniera eguale. Gli alberghi hanno lavorato al 90 per cento nei due fine settimana clou ma decisamente meno durante gli altri giorni. Considerata la situazione internazionale e il periodo dell’anno, l’Ava si ritiene comunque più che soddisfatta.
Non riescono a dirsi altrettanto felici i commercianti, nemmeno quelli di souvenir che, con i grandi numeri del Carnevale, avrebbero dovuto fare man bassa. «Si è vista davvero tanta gente ma pochi acquisti - spiega il presidente di Confesercenti, Piergiovanni Brunetta - hanno venduto poco anche i negozi di maschere e vetri. La verità è ormai nessuno fa più Carnevale. La gente viene qui solo per vedere qualche bel costume e fare una fotografia ma non per partecipare».
Nemmeno la visibilità data agli artigiani, protagonisti della manifestazione con la ricostruzione delle loro “botteghe” in Piazza San Marco, sembra tuttavia aver fatto registrare una crescita economica rispetto all’anno scorso. «Sicuramente il Carnevale ha valorizzato le nostre eccellenze, con particolare riguardo al vetro - spiega il segretario di Confesercenti, Gianni De Checchi - per quanto riguarda il ritorno economico, ci sembra che sia in linea con quello del 2015».
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