L’Inps agli invalidi «Senza modello Red sospesa la pensione»
Nemmeno il tempo di digerire il cotechino e già c’è un mal di pancia che sta attanagliando molti pensionati. Migliaia, sembrerebbe, anche a Venezia. La paura passa per le mani dei portalettere che, da qualche giorno, stanno recapitando una raccomandata dell’Inps in cui si annuncia la sospensione della pensione nel corso del 2013 in mancanza della comunicazione Red. «Gentile Signore», il testo della missiva, «la informiamo che non ci risulta ancora pervenuto il suo modello Red relativo ai redditi dell’anno 2010, che le avevamo richiesto lo scorso anno. Pertanto, l’Istituto ha disposto la sospensione delle prestazioni legate al reddito da lei percepite, che verrà resa operativa nel corso del 2013».
Una situazione analoga a quella che si è verificata all’inizio dell’anno scorso, quando l’Inps aveva sospeso decine di migliaia di prestazioni legate al reddito (assegni sociali, invalidità, pensioni ai superstiti e integrate al minimo) perché i titolari non avevano inviato comunicazione dei dati Red entro i termini stabiliti.
Cosa succede.
Chi ha diritto a un trattamento previdenziale o assistenziale sono coloro che hanno un assegno di invalidità, i titolari di invalidità civile, i pensionati sociali, chi ha una pensione di reversibilità e tutti coloro che hanno pensioni integrate al minimo o assegni familiari. Costoro devono comunicare ogni anno i dati reddituali del titolare della prestazione, ed eventualmente del coniuge e dei figli, «anche - si legge nella lettera in distribuzione -se non si possiedono altri redditi oltre alla pensione».
Il panico: perché.
Chi riceve la lettera, e non sa a chi chiedere lumi, è terrorizzato dal fatto che la sospensione della pensione scatti da subito e quindi chiede aiuto un po’ a tutti, rivolgendosi a entie pure ai giornali. Panico che, almeno per il momento, in molti casi si è placato grazie alla verifica della regolare erogazione della pensione.
Cosa fare.
Auser Veneto suggerisce di «recarsi urgentemente agli uffici del Caaf e/o alle sedi del sindacato, per verificare la propria situazione e per chiarire all’Inps l’effettivo già avvenuto invio del Red 2010».
Infatti la lettera dell’Inps si conclude avvertendo che c’è tempo fino al 28 febbraio «per evitare di incorrere nella revoca e per trasmettere le informazioni relative alla situazione reddituale per l’anno 2010, anche se non possiede altri redditi oltre la pensione italiana».
Per questo motivo si prevedono lunghe code ai Caaf, ai sindacati e negli studi commercialisti.
Federcontribuenti.
Infuriato il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella: «Raccogliamo segnalazioni di persone che in realtà hanno la ricevuta del Caaf con l’invio, ancora tra maggio e giugno, in cui si spiega come il pensionato non abbia altri redditi oltre a quelli dichiarati nel modulo. Nel caso la sospensione avvenga senza dare la possibilità ai pensionati di difendersi da quello che sembra essere, nella maggioranza dei casi, un errore di comunicazione tra Caaf e Inps, avvieremo una class action di proporzioni colossali nei confronti dell’Inps».
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