Lino, gondoliere eroe «Aiutare Chiara era la cosa giusta da fare»
VENEZIA. Il gesto spontaneo di un gondoliere, solidale nei confronti di una persona in difficoltà, che suscita un’ondata di apprezzamenti da parte di colleghi, cittadini e istituzioni. Lui è Lino Garbisi, 44 anni, gondoliere in servizio allo stazio di piazzale Roma. Verso le 16 di mercoledì, all’altezza di Rio Marin, Lino si imbatte in una famiglia che gli chiede informazioni per raggiungere la stazione. Lui, rispondendo alla domanda, si accorge di una ragazza accasciata su un ponte che piange. Un pianto di dolore, non un capriccio. La madre, allora, gli spiega la situazione.
Lei è Chiara Collot, 15 anni, residente a Fossamerlo, e quel giorno, insieme ai genitori e ai nonni, è andata in gita a Venezia. Chiara soffre di una disabilità alla gamba destra, dovuta a un ictus che l’ha colpita alla nascita e che le dà qualche difficoltà nel camminare. Il gondoliere non ci pensa due volte e decide di far salire la mamma e la ragazza in gondola. Una corsa gratuita fino alla stazione ferroviaria, ai piedi del ponte degli Scalzi. Il gesto non è passato inosservato: un coro di applausi e gratitudine, da parte dei familiari di Chiara ma anche dal governatore del Veneto.
Superato lo stupore dei primi istanti, i parenti di Chiara hanno voluto ringraziare il gondoliere veneziano: «Siamo rimasti tutti commossi dalla sua generosità, il suo bel gesto dimostra che esistono ancora persone con il cuore. Ci piacerebbe poterlo riabbracciare». Parole di congratulazioni anche da Palazzo Balbi: «Con questo gesto Lino ha nobilitato l’intera città. Sarò lieto di ricevere Lino per ringraziarlo del gesto compiuto, a nome di tutti i veneti e i veneziani, e di consegnarli il Gonfalone ufficiale della Regione» ha dichiarato ieri il Governatore Luca Zaia (che per pura coincidenza negli anni Novanta è stato vicino di casa a S. Vendemmiano della famiglia Collot). L’ultima delle preoccupazioni di Lino, in realtà, era quella di finire sotto i riflettori. «Le parole del governatore fanno piacere, ma certo non l’ho fatto con l’intento di far parlare di me. Non mi trovo neanche a mio agio, con tutte queste attenzioni addosso e con le telefonate degli ultimi giorni» racconta Lino Garbisi. «Ho pensato solo ad aiutare una ragazza in difficoltà, sono anch’io padre. L’ho fatto solo perché in quel momento era la cosa giusta da fare. Anche perché una persona che cerca notorietà sulle spalle degli altri non è una persona onesta».
Un gesto, come spiega lo stesso Garbisi, che contribuisce a sfatare anche il mito di una categoria, quella dei gondolieri, attaccata al denaro: «Noi, come categoria, da tempo abbiamo molte iniziative nel campo della solidarietà Un esempio? Qui a piazzale Roma abbiamo pontili a norma per disabili, abbiamo fatto delle manifestazioni con le scuole e con i ragazzi di Chernobyl. Eppoi Chiara mi ha pagato la corsa con il sorriso che mi ha rivolto. Di fronte a cose di questo tipo, non c’è denaro che tenga».
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