L’infinita agonia degli impianti di Vinyls

Malgrado i fondi stanziati dalla Regione, a sei anni dalla chiusura non sono stati ancora smontati
Marghera (VE): Petrolchimico, EVC. 22/01/2001 © Light Image Studio. Favarato.
Marghera (VE): Petrolchimico, EVC. 22/01/2001 © Light Image Studio. Favarato.

MARGHERA. A oltre sei anni dalla fermata della produzione non sono ancora stati smontati gli impianti del cvm/pvc di Vinyls (ex Ineos) in procedura fallimentare, malgrado i consistenti fondi (stornati dal capitolo “bonifiche”) destinati dalla Regione alla sua controllata Veneto Acque spa «per l'esecuzione del Piano per fronteggiare la situazione di emergenza ambientale di protezione civile nella laguna di Venezia con riferimento agli impianti di Vinyls Italia».

La multinazionale americana Ipp - che li aveva acquistati dall’amministrazione straordinaria - ha affidato la pulizia e lo smontaggio degli impianti ad una ditta in appalto (Mcm) per poterli vendere sul mercato internazionale dell’usato industriale, obiettivo che non è però riuscita a raggiungere visto che gli annunci di vendita non hanno ottenuto alcuna risposta e offerta d’acquisto.

Oltre tutto la ditta Mcm è fallita, ma, come spiega il curatore fallimentare, l’avvocato Mauro Pizzigati, «dopo una breve fermata, sono di nuovo in corso i lavori di smaltimento dei rifiuti tossici, lavaggio e smontaggio degli impianti».

Tre anni fa, dopo l’ispezione ambientale dell’Arpav, la Regione ha trasferito al Comune 350 mila euro per gli «interventi emergenziali stabiliti e approvati dal tavolo di Protezione civile della Prefettura di Venezia per gli interventi di smobilitazione dell'impianto industriale» a rischio di incidente rilevante e soggetto alla direttiva Seveso.

Con i fondi messi a disposizione dalla Regione vengono pagati anche gli stipendi a undici, tra operai e impiegati dell’ex Vinyls, che hanno il compito di presidiare gli impianti in sicurezza ed evitare furti, come è già accaduto. Il resto degli ex dipendenti di Vinyls è stato licenziato, inserito nelle liste di mobilità e ora dovrà ripresentarsi in tribunale per inserirsi nel fallimento e recuperare le spettanze a titolo di Tfr (trattamento di fine lavoro). Insomma, la vicenda di Vinyls sembra destinata ad una sorta di infinita agonia. Sette anni fa Vinyls Italia era stata ceduta dalla multinazionale Ineos all'imprenditore trevigiano Fiorenzo Sartor che pochi mesi dopo ha però portato i libri contabili in tribunale, aprendo così la strada all'amministrazione straordinaria e poi al fallimento.

È seguita, due anni fa, un’altra occasione perduta, ovvero il mancato acquisto e salvataggio della produzione di cvm/pvc promesso prima da una fantomatica finanziaria con sede in Svizzera e poi dalla famiglia di Saverio Dal Sasso, trevigiana anche questa, e titolare dell'Oleificio Medio Piave spa (Omp), che ha acquistato l’area di Vinyls - di proprietà di Eni - con tanto di accordo in cui si impegnava a riassumere tutti i lavoratori. Accordo che non è stato rispettato, mentre l’Omp ha presentato istanza di concordato preventivo al tribunale di Treviso. (g.fav.)

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