Linea 80, sit-in con i consiglieri
CHIOGGIA. Tutte le forze politiche domani a Mestre per dire “no” alla privatizzazione della linea 80. Delegazioni dei partiti di maggioranza e opposizione raggiungeranno villa Ceresa, sede dell’assessorato ai Trasporti del Comune di Venezia, dove alle 13 è in programma l’incontro per deliberare sulla privatizzazione. Il “no” alla privatizzazione della Venezia-Chioggia sarà anche formalizzato con molta probabilità oggi con un ordine del giorno in Consiglio comunale. Due iniziative del Pd a cui hanno aderito anche i partiti di opposizione.
L’ultimo atto della vicenda sulla privatizzazione si compirà domani quando l’ente di governo (formato da Provincia, Comune di Venezia e Comune di Chioggia) dovrà deliberare in via definitiva sulla privatizzazione. «Saremo tutti lì per manifestare in modo pacifico il nostro dissenso», spiega il capogruppo del Pd Mauro Boscolo Bisto, «Vogliamo dare un segnale evidente che tutta la città è contraria. Le rassicurazioni sul fatto che il bando conterrà clausole per mantenere la qualità del servizio e i diritti dei dipendenti non ci bastano. L’intera operazione non è chiara dato che gli accordi di un anno fa erano molto diversi. Tra l’altro è una scelta che viene presa da un ente, la Provincia, che fra un mese sparirà, e da un Comune, Venezia, che è commissariato. Perché non congelare la decisione e attendere sei mesi per avere un quadro politico più definito?».
Domani a Mestre con Pd e Udc ci saranno anche le opposizioni che pure nei giorni scorsi avevano tentato una difesa d’ufficio della Provincia sostenendo che il bando di gara contiene precise garanzie per i dipendenti e gli standard del servizio. «Non siamo favorevoli alla privatizzazione», precisa il consigliere della Lega Marco Dolfin, «auspichiamo che ci siano ripensamenti dell’ultima ora. Domani saremo anche noi a Mestre per dire “no” e appoggeremo tutte le iniziative che il Consiglio comunale vorrà prendere a tutela del servizio e della città». Fuori da villa Ceresa ci sarà anche un presidio dei sindacati che attenderanno l’esito della riunione per decidere eventuali manifestazioni. «È solo una questione politica», ribadisce Alfredo Pipino dell’Ugl, «non ci sono altri motivi per procedere con la scelta sbagliata della privatizzazione. Confidiamo che ci siano ancora margini per trovare una soluzione alternativa sedendosi attorno al tavolo».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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