Linea 80, sciopero scongiurato
VENEZIA. Caos linea 80. Ieri c’è stato l’incontro in Prefettura per scongiurare lo sciopero: risultato raggiunto. Nei prossimi giorni, si aprirà un tavolo tecnico a cui parteciperanno le sigle sindacali, il Comune di Chioggia, la Città Metropolitana e l’azienda Arriva Veneto. Le parti in gioco hanno dato la disponibilità a collaborare. L’obiettivo condiviso è migliorare il servizio, soprattutto in vista del nuovo anno scolastico. Il 10 luglio è previsto un ulteriore incontro. Sarà l’occasione per tracciare il primo bilancio di una partita ancora da giocare.
Anche ieri, come ogni mattina di lavoro, sono saliti su quella linea 80 che collega Chioggia a Venezia. Solo che stavolta, bandiere in mano, si sono riuniti al capolinea di piazzale Roma. Qualche minuto per raggrupparsi, per distribuire qualche volantino. E poi dritti verso la Prefettura in campo San Maurizio. Perché, dicono, da quando Arriva Veneto è subentrata ad Actv i disservizi sono troppi. E allora serve, quanto prima, sedersi a un tavolo e ripristinare il servizio.
Il rischio, altrimenti, è uno sciopero. Il corteo con una cinquantina di lavoratori, riuniti sotto le sigle di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uilt-Uil, ha attraversato la città. Sono diversi i nodi al pettine, e i sindacati li elencano uno ad uno.
«Le corse giornaliere sono diminuite», dice Walter Novembrini, Cgil, « e questo, unito a tempi di percorrenza inadeguati, comporta ritardi costanti. E poi anche la qualità del servizio è scaduta». I nuovi autobus, in particolare, sono a due piani sul modello dei pullman turistici. Non c’è più l’autobus doppio, snodato.
Solo che ai finestrini, per esempio, mancano le tendine per coprirsi dal sole. C’è anche un problema di altezza, perché al piano superiore chi supera il metro e ottanta sbatte la testa. Arriva Veneto, vincitrice del bando indetto dalla Città Metropolitana, è stata anche costretta a cambiare tragitto. In via Cavour i mezzi più alti di tre metri e quaranta non passano. Le corriere che arrivano da Borgo San Giovanni sono costrette a cambiare tragitto. «Per non parlare del problema sicurezza», continua Aldo Marton, Cisl, «perché spesso e volentieri i nuovi pullman si fermano per strada a fare benzina. Si può immaginare il ritardo che viene accumulato…».
I primi ad essere scontenti sono le centinaia di lavoratori che, ogni mattina, montano in autobus. Solo Fincantieri, ad esempio, conta 350 operai che arrivano da Chioggia. «E spesso», lamenta Fiorenzo Apriceno, Uilm Breda Fincantieri – c’è gente costretta a fare 50 km in piedi».
Ci sono poi i metalmeccanici, gli operatori sanitari. Tra loro anche 43 dipendenti Actv, diciassette dei quali sono stati riassorbiti in Arriva Veneto. Gli altri, invece, sono stati redistribuiti dall’azienda del trasporto pubblico.
«E da settembre», conclude il delegato Uilm, «anche gli studenti. Come faremo?»
La sigla Usb si spinge a dire che questo cambio «sta portando solo disagi per chi usufruisce di quei mezzi, cioè i lavoratori».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia