L’incubo del Patto di stabilità «Servono vendite immobiliari»
«Si ritiene che vi siano ancora le condizioni per il rispetto del Patto di Stabilità 2015 a condizione che entro la fine dell’anno possano essere incassati i proventi dalle alienazioni, nonché riscossi i residui da parte dei soggetti creditori, tra cui, in particolare Stato e Regione». Lo scrive con chiarezza il Direttore del settore Bilancio e Tributi del Comune Piero Dei Rossi nell’assestamento di bilancio 2015 del Comune che sarà votato tra pochi giorni dal Consiglio comunale e indica la strada non facile con cui la Giunta Brugnaro potrebbe evitare un nuovo sforamento del Patto - il terzo consecutivo - dopo quello della Giunta Orsoni due anni fa e della gestione commissariale di Vittorio Zappalorto per il 2014. Si tratta cioè di recuperare quella parte di fondi di Legge Speciale del passato di cui Stato e Regione sono debitori nei confronti di Venezia, ma soprattutto di riuscire a portare a termine quel programma di alienazioni - ne riferiamo a parte - che né Orsoni né Zappalorto sono riusciti a concretizzare per mancanza di compratori. Per questo il Comune ora pensa anche alla vendita dei terreni di Tessera, con cui non solo si sistemerebbe il bilancio in dissesto della società patrimoniale che li possiede, ma si recuperebbero almeno una parte dei crediti che il Comune vanta nei confronti della casa da gioco, dando un po’ di fiato al bilancio. Ma non basta. Per questo il Comune spera in un nuovo gestore - più operativo di EstCapital - del Fondo immobiliare Città di Venezia che ha ancora un “pacchetto” di edifici comunali da mettere sul mercato e, come ha ricordato anche pochi giorni fa il sindaco Luigi Brugnaro, nello sblocco da parte della Soprintendenza degli 8 milioni di euro di beneficio pubblico che la Fondazione Prada dovrebbe versare al Comune come beneficio pubblico per la vendita di Ca’ Corner della Regina, se verrà concesso - come sembrava deciso - il cambio di destinazione d’uso di tipo residenziale, fino ad oggi negato, per il palazzo.
Il «buco» tendenziale di 62 milioni di euro rispetto agli obiettivi del Patto 2015 - come ha spiegato anche l’assessore al Bilancio Michele Zuin - potrebbe comunque ridursi in parte nella seconda parte dell’anno con la contabilizzazione delle nuove entrate di Imu e Tasi, ma non basta. Visto che difficilmente le vendite immobiliari difficilmente arriveranno, servono entrate aggiuntive, a cui la Giunta starebbe già pensando, cercando qualche «sponda» nel Governo, dopo i primi colloqui, in occasione del sopralluogo al Mose, tra Brugnaro e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Dal contributo volontario ai crocieristi che sbarcano a Venezia, in accordo con le compagnie di crociera, che potrebbe fruttare qualche milione di euro, ad altri benefit fiscali a favore di Venezia città d’arte e turistica.
Enrico Tantucci
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