«L’inceneritore non è nei nostri piani»

Il direttore generale di Veritas ieri davanti ai consiglieri comunali. Oggi il parere dei sindaci sulla vendita di Ecoprogetto
Di Francesco Furlan

L’inceneritore? «È solo una proposta di Bioman e Sesa: non è nel nostro piano industriale».

Ha risposto in modo secco il direttore generale di Veritas Andrea Razzini intervenuto ieri a Ca’ Farsetti davanti ai consiglieri comunali delle commissioni Ambiente, Bilancio e Società partecipate. Razzini è intervenuto per fare chiarezza sull’ipotesi di attivazione di un inceneritore - l’ipotesi di Veritas era la riconversione dell’impianto Sg31 - emerso nelle relazioni inviate ai sindaci del Consiglio di bacino nell’ambito delle vendita del 40% delle quote (per 22 milioni di euro) di Ecoprogetto - la società che produce combustibile da rifiuto - alle società Bioman e Sesa riunite in associazione temporanea di imprese. L’inceneritore sparisce - sarebbe meglio dire si allontana - dall’orizzonte industriale di Veritas costretta tirare il freno a mano dopo le polemiche sollevate dopo la pubblicazione dei documenti in cui era possibile leggere che la scelta era ricaduta sulla proposta presentata dall’Ati Bioman-Sesa proprio perché in possesso del know-how necessario per realizzare l’inceneritore cui destinare, in futuro, il combustibile da rifiuto prodotto proprio dalla Ecoprogetto. Razzini, nel suo intervento davanti ai consiglieri comunali, ha ricordato l’impegno e i dati sulla raccolta differenziata nel bacino - con il 52% Venezia è prima tra le città sopra i 200 mila abitanti, mentre in provincia il dato è superiore al 65% - ed è poi entrato nel merito della cessione delle quote. Precisando che Veritas ha comunque il controllo (al 55%) sulla società e che nessuna decisione su possibili nuovi impianti potrà essere presa senza l’accordo dei soci, e quindi dei sindaci. Razzini ha aggiunto che la scelta di Veritas è caduta sulla Bioman-Sesa anche per la loro competenza nel settore del trattamento dei rifiuti umidi, dato che Sesa, nel Padovano, si occupa già di teleriscaldamento con il biogas. Non escludendo che in futuro Ecoprogetto possa passare a occuparsi anche del trattamento del rifiuto umido. «Ma è solo un’ipotesi», ha precisato Razzini.

Un’ipotesi alla quale Veritas pensa da tempo dato che nel passato ci ha già provato per quattro volte a realizzare un impianto per sfruttare il rifiuto umido - ha ricostruito ieri il direttore generale - due volte a Cavarzere e una volta a Passarella (Jesolo), dove Veritas ha una discarica, non più usata. Oggi la vendita del 40% delle quote di Ecoprogetto sarà all’esame del consiglio di Bacino - ieri i sindaci stavano lavorando al testo da votare - e a seguire del comitato di controllo dei sindaci, chiamati a dire la loro sulla vendita delle quote aprendo una riflessione sul futuro: perché se è vero che l’inceneritore «non è nel piano industriale», dice Razzini, è altrettanto vero che l’ingresso di Bioman e Sesa pone le basi per poterlo, un giorno, realizzare.

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