L’imprenditore Galzignato morto a 50 anni «Era innamorato della vita e del suo lavoro»

MIRANO. Un esempio di dignità ma con tanta voglia di vivere e di essere sostegno alla sua famiglia. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, nella sua casa di origine di Zianigo, si è spento Simone Galzignato, titolare dell’azienda veneziana di termoidraulica Galzignato Impianti e fratello di Mauro, tre anni fa designato come migliore parrucchiere d’Italia. Simone aveva 50 anni compiuti il 23 settembre ed era malato dal 2008. Quasi dodici anni che non gli avevano impedito di lavorare sino alla fine dell’agosto scorso, quando il quadro clinico ha iniziato a precipitare.
Galzignato era la classica persona che si era fatta da sé, adattandosi a fare tantissime cose grazie alla sua pregevole manualità. Dopo il diploma al Ponti di Mirano, aveva svolto diverse professioni, tra cui il pizzaiolo e il ristoratore. In quegli anni la famiglia gestiva la pizzeria Alla Torre e poi si è spostata alla trattoria Da Cassaro, sempre a Zianigo; qui Simone lavorava al fianco della mamma Ivolda, ora 71enne, e del fratello maggiore Denis di 52, finché non è arrivata la scelta di aprire la ditta con sede Venezia. Proprio il capoluogo lagunare, nel sestiere di San Marco, era la sua base professionale e là aveva il suo giro più importante di clienti. Ma il legame con Mirano è sempre rimasto ben saldo: qui abitava con la compagna Laura e aveva tutti gli amici di una vita. I Galzignato sono molto conosciuti in questo comune, non solo per l’attività di Simone; nel 2016, di questi tempi, il fratello minore Mauro, di 44 anni, era stato eletto miglior parrucchiere d’Italia dopo aver lavorato in giro per il mondo, tra cui dieci anni a Londra: in via Castellantico a Mirano, in pieno centro, si trova Hidro, il suo salone principale.
Con Denis, invece, Simone divideva la mansione quotidiana. «Negli ultimi tempi», rivela Denis, «mio fratello seguiva soprattutto la parte amministrativa, si ragionava sulle cose da fare e le decisioni da prendere». Simone aveva scoperto di essere malato negli ultimi anni dello scorso decennio. Ha tentato qualsiasi cura sino all’ultimo, ma senza esito. «È stato seguito anche dai medici dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna», continua Denis, «però lui ha tentato il tutto per tutto sino alla scorsa settimana. Ha provato metodi innovativi, si è sottoposto ad operazioni. È stato un calvario che ha affrontato con dignità. Finché il fisico lo ha sorretto, ossia tre mesi fa, ha lavorato. Poi c’è stato un collasso e da settembre la situazione è degenerata, costringendolo a fare la spola tra gli ospedali di Dolo e Mirano». Da qui la decisione della famiglia di tenerlo in casa, dov’è spirato alle 13.30 tra le braccia della mamma e, appunto, di Denis. «Simone era una persona fantastica», lo ricorda ancora il fratello maggiore, «con le mani d’oro. Aveva gli hobby dei motori, due ruote e, soprattutto Formula 1. Anche se era il secondogenito, era un po’ il capofamiglia, fungeva da bastone per la mamma rimasta vedova anni fa. Con lei aveva un legame molto stretto, come dimostra la volontà degli ultimi giorni di tenere in casa Simone e farlo uscire dal reparto. Lo abbiamo sempre vegliato sino a oggi (ieri, ndr)». Con ogni probabilità il funerale si terrà sabato alle 10 a Zianigo. La salma sarà cremata. —
A.Rag.
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