«L’Ilva non ci paga da aprile» Scatta il blocco dei camionisti
MARGHERA. Non vedono un euro da aprile, e un euro oggi, un euro domani il credito vantato da 300 camionisti nei confronti dell’Ilva è di quasi 5 milioni di euro, spiegano le associazioni di categoria. Per questo domani mattina dalle 10.30 bloccheranno l’ingresso allo stabilimento del gruppo di Taranto di via dei Sali 1, a Marghera. La protesta degli auto-trasportatori è promossa da Confartigianato Trasporti Venezia, Fai Veneto e Cna Fita Veneto e arriva dopo una serie di incontri andati a vuoto con l’azienda, l’ultimo dei quale risale allo scorso 7 novembre, conclusosi però in modo senza certezza sui pagamenti.
L’Ilva di Taranto ha uno dei suoi stabilimenti a Marghera: un centro logistico utilizzato per lo smistamento delle merci che, per la maggior parte, arrivano via mare dagli stabilimenti pugliesi. E da Marghera, attraverso la società Fb Spedizioni e centinaia di camionisti, la merce raggiunge le destinazioni finali. Dopo l’esplosione degli scandali ambientali, oggi l’Ilva è guidata da Piero Gnudi, commissario straordinario nominato a giugno dal governo, il quale, nonostante le difficoltà, sta cercando di rimettere in sesto l’azienda, facendo i conti, tra le altre cose, anche con problemi di liquidità. «Sono tutti problemi che conosciamo bene», spiega Valerio Tuppini, presidente regionale e vice-presidente nazionale Fai (la federazione degli auto-trasportatori) Gianni Satini, «ma è da aprile che circa 300 trasportatori sono senza stipendio e così non si può andare avanti. Dopo svariate richieste siamo riusciti ad avere due incontri con alcuni dirigenti del gruppo. Il primo a settembre e il successivo il 7 novembre. Purtroppo però non ci sono state offerte garanzie sui tempi di pagamento». E quindi è stato deciso di incrociare le braccia, bloccare il trasporto di merce per conto di Fb Spedizioni e del gruppo Ilva e di distribuire volantini all’ingresso della sede di via dei Sali di Marghera. «Purtroppo le reiterate richieste di chiarimenti inviate all’Ilva che, ricordiamo, è commissariata», dice Paolo Zabeo della Cgia, «sono cadute miseramente nel vuoto. Il silenzio assordante dell’acciaieria ha portato all’esasperazione i camionisti, tanto da far alzare i toni dello scontro. Il blocco ai cancelli di via dei Sali previsto nelle prossime ore rappresenta una forma estrema che si sarebbe potuto evitare dando più ascolto ai trasportatori».
A partire da domani quindi le aziende che lavorano per conto dell’ Ilva si asterranno dall’effettuare ulteriori trasporti di merci per l’acciaieria. «Gli autotrasportatori chiedono di poter lavorare con un minimo di serenità e regolarità», aggiunge Zabeo, «iniziare un confronto che porti a normali rapporti lavorativi senza rischiare la chiusura delle proprie attività a causa dei mancati pagamenti che ormai hanno raggiunto una dimensione non più sopportabile».
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