Lido, per le dune spianate il pm chiede dieci mesi
LIDO. Dieci mesi di reclusione: questa la pena che il pubblico ministero Francesca Crupi ha chiesto per il 64enne imprenditore padovano Federico Bano, nel 2010 legale rappresentante dell’Associazione sportiva dilettantistica Ca’del Moro di Malamocco. Il difensore, l’avvocato Tommaso Bortoluzzi, aveva chiesto il rito abbreviato in modo da far processare il suo cliente allo stato degli atti e con la possibilità di ottenere lo sconto di un terzo sulla pena finale, in caso di dichiarazione di responsabilità. Per questo motivo, la rappresentante della Procura ha concluso con la sua requisitoria, mentre il difensore concluderà con la sua arringa nella prossima udienza. Si sono costituiti parte civile il Comune di Venezia, la Regione Veneto, Lega Ambiente e Wwf : chiedono il risarcimento non solo a Bano, ma anche all’altro imputato, il 61enne lidense Carlo Rossi, il titolare della ditta «Beach Ecology Service srl», quella che ha eseguito i lavori. Il difensore, l’avvocato Augusto Palese, ha scelto, a differenza di Bano, il processo in aula e quindi verranno ascoltati i testimoni dell’accusa e della difesa.
Bano deve rispondere di occupazione abusiva di area demaniale, inoltre, in concorso con Rossi, di distruzione di bellezze naturali e violazione delle norme edilizie. A firmare la citazione a giudizio dei due imprenditori è stata il pubblico ministero Francesca Crupi. L’Associazione di cui Bano erra presidente ha sede a Ca' del Moro, alcuni chilometri prima di Malamocco, tra via Sandro Gallo e la spiaggia. Secondo il capo d'imputazione , Bano sarebbe stato il committente dei lavori eseguiti dalla ditta di Rossi, specializzata nella sistemazione e pulizia delle spiagge. Durante i lavori avrebbero «spianato abusivamente su area demaniale marittima con mezzi meccanici dune consolidate e asportato vegetazione spontanea, alterando e distruggendo bellezze naturali in un'area con un vincolo paesaggistico dichiarato di notevole interesse pubblico». Oltre a questo, avrebbero ristrutturato il fabbricato pre esistente spargendo e abbandonando lungo la spiaggia frammenti di eternit rilasciati dalla tettoia della vecchia costruzione, che avrebbero poi ristrutturato senza aver chiesto e ottenuto il permesso di costruire dall'amministrazione comunale, la quale aveva segnalato l'intera vicenda all'autorità giudiziaria nel mesi di maggio di tre anni fa, dopo che gli interventi sull'arenile erano stati avviati.
L’attuale presidente dell’Associazione Luigi De Col tiene a precisare che in questo vicenda Ca’del Moro non ha nulla a che fare.
Giorgio Cecchetti
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