Lido, ospedale al Mare: due anni per ripartire

È il periodo entro cui Cassa Depositi e Prestiti conta di trovare investitori in grado di garantire il rilancio della struttura

VENEZIA. La Cassa Depositi e Prestiti si dà due anni di tempo per avviare il recupero dell’ex Ospedale al Mare, che ha acquistato dal Comune per circa 50 milioni di euro, ma che è rimasto ancora nelle stesse condizioni - degradate - senza che sia stata ancora avviata alcuna azione di recupero.

Nessuna dichiarazione ufficiale da parte della società, partecipata a larga maggioranza dal Ministero dell’Economia e che gestisce in Italia circa 2 milioni e 700 mila metri quadrati di immobili.

Ma ciò che trapela è che la Cassa non avvierà alcuna azione di recupero sull’ex Ospedale se non avrà prima raggiunto accordi con investitori privati che garantiscano la redditività dell’operazione. La stasi attuale deriva proprio dalla difficoltà a reperirli nella complicata situazione del mercato immobiliare italiano in questo momento.

La Cassa si lascia aperte tutte le possibilità sulle nuove destinazioni d’uso dell’ex nosocomio lidense: da quella del termalismo, a quella sanitaria, a quella eminentemente turistica, come nel progetto già predisposro da EstCapital.

Si è pensato in particolare a un grande centro di ospitalità legato alla terza età, per soggiorni di lunga durata, e annessi servizi di assistenza, fisioterapia e cure termali, che si leghi in qualche modo a quella che era l'ispirazione storica del complesso agli inizi del Novecento e lo colleghi in parte anche ai servizi del distretto sanitario dell'Asl 12 ancora attivi.

Ma non si esclude affatto un uso polivalente della struttura, che compenetri le varie esigenze, viste anche le dimensioni notevoli del complesso acquistato da Ca’ Farsetti e in stato di fatiscenza specie per quanto riguarda gli ex padiglioni sanitari.

Pertanto la ricerca continua, perché Cassa Depositi non vuole comunque rinunciare a fondo perduti al cospicuo investimento iniziale per l’acquisto. Ma conta anche sulla collaborazione essenziale del Comune - e in parte anche della Soprintendenza - rispetto alle varianti urbanistiche e ai cambi di destinazione d’uso che dovrebbero rendersi necessari per la scelta finale della riqualificazione del complesso.

Quello che i nuovi proprietari garantiranno nel frattempo è un impegno, visti anche i recenti episodi di sgombero di “abusivi” che si era insediati all’interno dell’ex Ospedale al Mare - è la sorveglianza dell’area e il presidio per evitare possibili crolli. Ma per la soluzione finale e il progetto di recupero bisognerà, evidentemente, ancora aspettare, anche perché nella scala di priorità di una società impegnata nel recupero e riuso di complessi immobiliari su tutto il territorio nazionale, l’ex Ospedale al Mare non è certamente in questo momento al primo posto.

Enrico Tantucci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia