Liceo Montale, è protesta «Vogliamo un’unica sede»

San Donà. Ieri al centro culturale l’assemblea dei 750 ragazzi della scuola «Siamo trattati come degli appestati, Comune e Provincia trovino un accordo»
@DINO TOMMASELLA -San Dona'di P.
@DINO TOMMASELLA -San Dona'di P.

La parola agli studenti. Ieri circa 750 ragazzi che frequentano il liceo Montale si sono dati appuntamento al centro culturale addirittura in due turni. Protestano per la divisione forzata in quattro sedi. C’è quella centrale di viale Libertà dove non ci sono le aule base, quali aula magna, biblioteca, aule insegnanti, aula computer, archivi per i compiti che sono messi negli antibagni.

Non ci sono neppure le aule per accogliere e fare lezione agli studenti disabili che devono stare o nelle aule professori o in un angolo nelle aule normali. Un ammassamento di studenti, sia a ricreazione che prima di entrare la mattina, con una parte costretta a stare addirittura nella strada mentre è in fila che aspetta di entrare per passare il badge. Al Cfp, ex Inapli in via Pralungo, sono staccati dal resto delle scuole e non si sentono parte del Montale.«L'orario», spiega Riccardo Pacchioni, rappresentante d’istituto, «è distribuito in cinque giorni, per cui siamo preoccupati per l'anno prossimo nel quale ci sarà un aumento di ore settimanali. All'Itis Volterra gli studenti sono all'interno della struttura, ma hanno una parte di corridoio divisa con un nastro dal resto, come appestati. Poi, una piccola parte di giardino dalla quale non possono uscire, per di più nella zona dietro l’istituto. Allo Scarpa sono solo due classi e si sentono esclusi anche loro. A tutto ciò sembrano non esistere soluzioni “umane” se non chiudere le iscrizioni o fare due turni tra mattina e pomeriggio, impensabile per famiglie e professori».

Soluzioni provvisorie sembrano non essercene, invece per il futuro si parla di nuove sedi di qua e spostamenti di là, ma carte effettive non ne esistono. «Pare che la scuola sia di amministrazione comunale poichè», prosegue Pacchioni, «anche se la gestione della struttura è della Provincia, il proprietario dell’edificio è il Comune. La conclusione finale sarà quella di protestare in massa finchè non ci saranno sviluppi o soluzioni attendibili. Abbiamo fatto una raccolta di firme alla fine delle assemblee da allegare a un documento che invieremo a un vasto numero di destinatari. Il secondo passo sarà andare in 750 studenti più i genitori a portare il tutto in Comune».

Il sindaco, Andrea Cereser, ha precisato che le competenze in materia sono provinciali e che la presidente Zaccariotto, già sindaco della città, non si è mossa tempestivamente. Zaccariotto, dal suo canto, ha accusato il sindaco di aver perso l’occasione dei finanziamenti di oltre un milione di euro per trasferirsi alla cittadella scolastica.

Giovanni Cagnassi

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