Licenziato Oliviero, eroe di San Giuliano: aveva salvato una donna

A luglio scorso aveva salvato una donna dal suicidio: mandato a casa per i troppi giorni di malattia

MESTRE. L'eroe di San Giuliano, in chemioterapia da mesi, viene licenziato per aver accumulato troppi giorni di malattia. A fine luglio del 2012 aveva salvato la vita ad una donna che aveva deciso di suicidarsi gettandosi dal cavalcavia di San Giuliano nel Canal Salso. Oggi fa i conti con una grave malattia allo stomaco, che si è ripresentata dopo 7 anni dal primo intervento, e con la spietata crisi economica. Oliviero Biancato, 53 anni, residente a Marcon, da giugno del 2012 entra ed esce dagli ambulatori ospedalieri. Il carcinoma per cui era stato operato nel 2005 si è ripresentato e così si è sottoposto a nuovi cicli di cura.

«I linfonodi recidivi non si possono più operare, attendo gli esiti dell'ultima tac», racconta. «Rischia di essere la mia sentenza definitiva. Due diversi tipi di terapia e cinque cicli di chemio non sono bastati, ora sto per iniziare con nuovi farmaci».

Ad abbattere ancora di più il morale dell'operaio è arrivata da pochi giorni anche la notizia del licenziamento, deciso dalla ditta dove lavorava, la Ma.fra di Mestre, ditta specializzata in impianti elettrici industriali. «È stato davvero un fulmine a ciel sereno», spiega Oliviero Biancato, «mi avevano sempre detto che non dovevo preoccuparmi e dovevo solo pensare a curarmi. Sono andato ad un incontro in azienda sperando di tornare quanto prima a lavorare e all'inizio mi hanno parlato dell'eventuale riduzione della paga di 35 euro al mese, per motivi economica, poi hanno girato il discorso e mi sono ritrovato in mano la lettera di licenziamento».

L'operaio si è rivolto anche ad un consulente del lavoro per impugnare il provvedimento, datato 29 aprile 2013, ma pare che non ci sia niente da fare: «Hanno operato secondo le prerogative del contratto nazionale dei metalmeccanici: dopo il superamento dei 274 giorni di malattia si può licenziare», osserva. «Però mi sento davvero vittima di questa legge assurda, non sono certo un finto invalido. È sempre stato il mio medico curante a prescrivermi i giorni di malattia, non sono un assenteista, dopo le flebo e i diversi cicli di cure mi tremavano le gambe e non riuscivo a fare niente, non avrei potuto lavorare».

Oltre al danno economico, l'affitto di 600 euro al mese da pagare, e l'assegno di invalidità Inail di 800 euro netti al mese, per Oliviero Biancato a bruciare di più è il danno morale subito: «Rimanere senza lavoro in questa situazione è mortificante, non so cosa fare. A ottobre mi ero ripresentato e mi avevano obbligato a prendermi le ferie accumulate perché erano in crisi». Ora il licenziamento, senza appello, e la disperazione di lottare contro la malattia.

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