Licenziamenti alla Metro, 22 a Mestre

In tutta Italia la multinazionale tedesca ne ha chiesti 215, immediata la mobilitazione dei sindacati con lo stato d’agitazione
Metro - Marghera
Metro - Marghera

Licenziamenti in vista anche alla Metro, il supermercato, alimentare e non, dove, di solito, vanno ad acquistare i prodotti alimentari all’ingrosso i baristi, i ristoratori, i pizzaioli e tutti quelli che hanno la partita Iva. In tutta Italia sono stati chiesti 215 licenziamenti, dei quali 78 solo nel Veneto: 18 (su 68 dipendenti) a Padova-Rubano, 22 (su 91) nella filiale di Mestre, che si trova in via Colombara 119, e 38 (su 100) a Verona. Appena le commesse, le cassiere e i magazzinieri sono venuti a conoscenza della brutta notizia, si sono rivolti immediatamente ai sindacati di categoria. Ossia alla Filcams-Cgil, alla Fisascat-Cisl ed all’Uiltucs-Uil che, dopo avere tenuto già le prime assemblee in orario di lavoro, coinvolgendo, naturalmente, anche le Rsu interne, hanno indetto lo stato di agitazione, con la riserva di programmare scioperi specifici se la controparte non ritirerà l’apertura della procedura di mobilità territoriale in base alla legge 223 del 1991.

Nella sede padovana di via Rossi 3, a poche centinaia di metri dall’abitato di Sarmeola, ieri mattina, i lavoratori in lotta, appena finita l’assemblea, sono andati subito fuori dai cancelli e hanno affisso un lungo striscione, sul quale è scritto «no ai 215 licenziamenti-lavorare meno, lavorare tutti».

Per la Cgil la vertenza è seguita a Mestre da Roberto Cappellieri e a Padova da Cecilia de Pantz. Solo pochi mesi fa la multinazionale tedesca ha annunciato anche il ritiro del contratto integrativo: tutti i dipendenti del Veneto hanno firmato un accorato appello, inviato alla cancelliera Angela Merkel. «I licenziamenti richiesti sono troppi»,“ sottolinea la segretaria padovana della Filcams. «Innanzitutto bisogna fare di tutto per mandare via dall’azienda solo quelli che sono vicini alla pensione, mentre per tutti gli altri, tra cui tantissime donne, devono scattare i contratti di solidarietà. Riconosciamo che la Metro non è più quella di una volta. La crisi generalizzata dei consumi è reale, ma i problemi non si risolvono con il licenziamento di così tanti dipendenti».

Anche i clienti dei noti supermercati esprimono piena solidarietà con i lavoratori in lotta. «Da anni vado a fare la spesa settimanale all’ingrosso sia nella filiale di Rubano che in quella di Mestre», osserva Minuta Gabura, titolare di un locale pubblico a Cadoneghe, ma residente a Dolo. «Conosco entrambi i direttori delle due filiali. Tutti i dipendenti hanno un ottimo rapporto con la clientela. Sono sempre molto gentili e hanno un’elevata professionalità. Spero che tutto si risolva a loro vantaggio perché oggi perdere il posto di lavoro è un dramma».

Felice Paduano

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