L’ibis del Nilo mette su casa a Venezia: una nuova colonia avvistata alla Giudecca

VENEZIA. L’ibis sacro del Nilo in laguna. Una colonia numerosa dell’uccello egiziano, venerato in Africa come simbolo del dio Thot e raffigurato nei geroglifici, è stata avvistata in questi giorni alla Giudecca. Trampoliere dal lungo becco nero, specie onnivora finora assente nelle nostre laguna. Da qualche tempo era stato avvistato nel Delta del Po. Adesso le condizioni climatiche evidentemente ottimali lo hanno richiamato anche in città.
Eccoli ripresi dal naturalista Alberto Bernstein, mentre contendono ai più agressivi gabbiani reali il cibo avanzato sulle barche di Veritas a Sacca Fisola. Una presenza che da qualche giorno è diventata familiare nella parte di Giudecca che guarda verso la laguna sud.
«Sono una nuova presenza, anche se qualche esemplare isolato era stato avvistato all’isola della Certosa lo scorso anno», dice Luca Mizzan, direttore del Museo di Storia Naturale, «alla Giudecca ha trovato condizioni tranquille, anche per la scarsa presenza dell’uomo in laguna centrale in questo periodo. E ha messo su famiglia».
Mizzan, insieme al suo collega naturalista e fotografo Mauro Bon, ha avviato una catalogazione degli uccelli presenti in laguna. Specie sempre più varie, esemplari che sono aumentati di numero. Ci sono gli aironi grigi e gli aironi bianchi, le garzette, anche i fenicotteri rosa e i tipici uccelli di laguna che pescano tuffandosi sott’acqua come lo svasso. Tecnica che appartiene anche ai grandi cormorani neri. Adesso una presenza costante non soltanto in laguna, dove si nutrono di pesce in quantità, ma anche in Bacino San Marco e in Canal Grande. I cormorani occupano come i gabbiani e le magoghe la cima di una bricola dove si asciugnano le ali e stabiliscono la loro dimora. Adesso sono arrivati anche gli Ibis. Threskiornis Aethiopicus il nome scientifico, per la sua origine dell’Africa subsahariana. Presenza che si è poi estesa anche all’Europa. L’ibis è lungo fino a 70 centimetri, pesa fino a un chilo e mezzo. sui bassi fondali con eleganza. È onnivoro e grazie al lungo becco nero e ricurvo scova anche sotto il terreno larve, uova, piccoli animali.
Una polemica tra gli ambientalisti lo aveva coinvolto “a sua insaputa” qualche anno fa, quando LegaAmbiente aveva lanciato l’allarme sulla sua pericolosità: «Sono predatori onnivori, che minacciano la fauna autoctona».
Anche l’Ispra aveva messo in guardia dai possibili danni per l’economia e le attività economiche dell’uomo. Un po’ quello che succede con i cormorani, che i pescatori accusano di razzia di pesce quotidiana. Altri invece li avevano difesi. Espressione di una natura che sempre di più in laguna si riprende i propri spazi, approfittando della scarsa presenza dell’uomo.
Così in queste mattine di soe primaverile, la colonia di Ibis si è stabilita alla Giudecca. Dove la colazione è garantita dai rifiuti del centro di smistamento di Veritas. Gli Ibis fanno concorrenza ai gabbiani e alle magoghe per la ricerca del cibo. In qualche caso essendo numerosi riescono anche a scacciarli. E vederli volare tutti insieme è uno spettacolo. —
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