«Li aiuteremo, ma così non va»

Il sindaco Forcolin: aspettiamo il figlio, vedremo anche per le bollette
© foto Gavagnin 2014 riprozione vietata musile si chiude in muinicipio e minaccia di darsi fuoco foto “l'assedio” delleforze per la sicurezza e i soccorsi il marito con il sindaco
© foto Gavagnin 2014 riprozione vietata musile si chiude in muinicipio e minaccia di darsi fuoco foto “l'assedio” delleforze per la sicurezza e i soccorsi il marito con il sindaco

MUSILE. «Faremo il possibile per aiutarli, ma certo non possiamo accettare questa condotta». Il sindaco Gianluca Forcolin si è precipitato in Comune ieri mattina quando ha saputo della donna che minacciava di darsi fuoco con i figli nella sala giunta. Ha cancellato tutti gli impegni della mattinata per parlarle e cercare di convincerla a desistere. Era molto preoccupato ed è rimasto sempre al secondo piano per seguire ogni operazione di carabinieri, agenti della polizia locale, vigili del fuoco più il personale del Comune.

«Per fortuna è andata bene», commenta dopo l’episodio il primo cittadino, «adesso abbiamo dato appuntamento al figlio più grande, Luigi, per lunedì mattina. Parleremo con lui e il padre, cercheremo di trovare almeno un lavoro a uno dei membri della famiglia, per iniziare. Ci sono delle bollette e pagamenti arretrati e vedremo di fare qualcosa anche per questo in modo tale da venire incontro alla famiglia che ha una situazione oggettivamente difficile».

«Dobbiamo riflettere sul fatto che le istituzioni hanno delle regole precise», aggiunge il sindaco, «procedimenti da rispettare, graduatorie per le assegnazioni di abitazioni. Anche tante altre persone attraversano dei problemi seri e tutti i giorni arrivano quattro o cinque famiglie residenti nel territorio che chiedono aiuto e non sanno come fare per andare avanti. Ci sono persone anche di altri paesi che vengono a chiedere aiuto. Ma se tutti arrivassero in Comune minacciando di darsi fuoco allora sarebbe un caos totale e non arriveremmo a risolvere proprio nulla. Lo abbiamo fatto presente a questa famiglia che non è questo il modo di comportarsi, ma abbiamo dato loro la nostra parola e la rispetteremo».

I servizi sociali stavano esaminando questo caso, ma la famiglia ha espresso delle perplessità e la donna sostiene di essere arrivata a questo punto perché non era stata ascoltata dal personale che l’aveva ricevuta. E così ha deciso di seguire un’altra strada e fare da sola, portando lo scompiglio in municipio. (g.ca.)

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