«L’ho vista morire e non potevo fare nulla»
MUSILE. «Quei platani sono i responsabili di troppe morti sulla strada». Dalla grapperia "il Vinattiere", tanti clienti sono seduti in silenzio davanti al corpo senza vita di Valentina Menazza. Ormai non si contano più i morti, quasi uno all'anno, senza contare i gravi incidenti stradali in via Romanziol. Franco Turchetto era al bar quando ha sentito la macchina che sgommava. Lo stesso la signora Annamaria, che gestisce il locale con il marito ormai da decenni. Un punto di ritrovo per la gente di Noventa, proprio affacciato sulla strada sempre molto trafficata, anche da quando la nuova viabilità collega alla zona dell'Outelt e dell'autostrada, evitando la piccola frazione. «Sono corso subito davanti all'auto distrutta», ricorda ancora scosso il signor Franco, «la ragazza si vedeva bene, aveva una ferita evidente alla tesa, il sangue che colava. Non sapevamo cosa fare per aiutarla. È stato terribile per tutti noi assistere a quella scena». Anche la signora Annamaria osserva con lo sguardo spento la strada. «Io ho visto quasi tutto», racconta, «il primo colpo sul platano, l'auto che girava su se stessa di continuo, poi lo schianto finale che è stato tremendo. Una scena che non riuscirà mai a dimenticare». I clienti del locale sono tutti arrabbiati, qualcuno ha gli occhi lucidi. Veder morire una ragazza di 20 anni è un'esperienza che colpisce chiunque e lascia il segno. «Bisognerebbe tagliare tutti quei platani», dice un signore seduto al tavolino in terrazza esterna, «sono i responsabili di tante morti. Non possiamo dire cosa sarebbe accaduto se l'auto non si fosse schiantata contro quell'albero, ma basta vedere in che condizioni è per capire cosa è successo. L'albero è ancora lì, quasi neppure scalfito, ma una ragazza è morta nel fiore degli anni». (g.ca.)
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