L’export veneziano cresce ma è penultimo in Veneto

I dati di Confartigianato confermano che il “made in Venice” si è ridotto in Russia Germania, Usa e Giappone, ma cresce in altri Paesi ed è boom negli Emirati Arabi

Malgrado la ripresa economica, l’export il settore manifatturiero veneziano resta in fondo alla classifica regionale, al penultimo posto prima di Belluno, con un totale di 4,4 miliardi di euro di merci esportate nel mondo nel 2017, l’1,9 % in più rispetto al 2016. I manufatti prodotti dalle piccole, medie e grandi industrie e dalle aziende artigiane a Venezia e in provincia sono, infatti, in crescita verso i 28 stati dell’Unione Europea (+6, 2% nel 2017 rispetto al 2106) e nel resto del mondo (+1,9%), a parte gli stati della Federazione Russa, dove, invece nel 2017 si sono ridotte del 4,3% rispetto all’anno precedente.

La Francia è lo stato europeo dove Venezia esporta di più, per un valore complessivo di 573 milioni di euro l’anno scorso (+13,6% rispetto al 2016), seguita dalla Germania che ha chiuso il 2017 con 567 milioni, il -2,1% in meno dell’anno precedente e dall’Austria dove l’anno scorso le nostre esportazioni sono cresciute del 22,6%, con un totale di merci “made in Venice” di 306 milioni di euro. In calo, l’anno scorso, sono anche le esportazioni in Giappone, con 54,8 milioni di euro, in diminuzione del 17,1% rispetto al 2016.

Pure l’export negli Stati Uniti d’America ha chiuso il 2017 con 340 milioni di euro di merci, in diminuzione del 8,1%. La maggiore riduzione dell’export del “made in Venice” nel 2017 ha riguardato la Federazione della Russia, con quasi la metà di merci (55,2 milioni di euro) in meno (-41,7%) rispetto al 2016. In compenso l’anno scorso si è registrato un vero e proprio boom di esportazioni veneziane negli Emirati Arabi Uniti, con un aumento del 56,3% sul 2016 e un totale di 42,1 milioni di euro di merci. Bene anche le esportazioni in Corea del Sud, 52,1 milioni di euro, in aumento del 23,9%.

Un vistoso e diffuso calo dell’export di macchinari e apparecchiature, abbigliamento, mobili; su 18 settori di attività solo 4 – secondo l’Ufficio studi di Confartigianato – hanno avuto l’anno scorso un andamento positivo in Russia e tra questi spiccano gli articoli in pelle (calzature) +16,8%. «A pesare sono state le forti sanzioni economiche decise dall’Unione Europea verso la Russia» spiega il presidente di Confartigianato Metropolitana, Salvatore Mazzocca «Il settore dei macchinari tra il 2016 e il 2017 ha visto un calo del -71%, una cosa normale, visto che l'acquisizione di questo tipo di tecnologie si fa una tantum e poi si mettono in produzione, e non si acquistano nuovi macchinati ogni anno. Guardando i dati economici dell'export solo in Russia, infatti, si è passati dai 55 milioni di euro del 2015 al dato record dei 94 milioni di euro nel 2016 per poi riassestarsi su valori standard nel 2017 con 54 milioni di euro di export».

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