«L’ex Vida a Venezia tornerà la trattoria che era»
VENEZIA. Riaprire lo storico ristorante con il suo pergolato, reimpiantando la vite che gli aveva dato il nome, morta da anni. Con questo progetto in testa Alberto Bastianello ha comprato per 911 mila euro i 198 metri quadrati dell’ex Vida, in campo San Giacomo dall’Orio, venduti dalla Regione. Erede dei fondatori di Pam e Panorama, palazzo di famiglia a San Silvestro, titolare dei 460 ettari dell’azienda agricola La Fagiana a Eraclea (150 dei quali, a riso carnaroli), Bastianello vuole riaprire la trattoria chiusa da decenni, poi sede storica dell’Arci Gay, per finire come archivio della Regione.
«Stiano tranquilli i residenti, non diventerà l’ennesimo fast food mordi e fuggi, ma tornerà ad essere il tradizionale ristorante che era: di qualità e con il suo pergolato. È vero, un tempo era sede del teatrino anatomico: ma non dimentichiamoci che è bruciato nel Settecento»: a parlare per conto di Bastianello è l’avvocato Bartolomeo Suppiej, che risponde così alla pacifica occupazione dei locali da parte di un gruppo di residenti, che dell’apertura pubblica della Vida hanno fatto una battaglia simbolica in una città riconvertita all’uso turistico, chiedendo al Comune o al ministero dei Beni culturali di esercitare il diritto di prelazione, entro la scadenza del 25 novembre. «Bastianello si occupa della terra come agricoltore, producendo riso di qualità, vino, birra, ma è molto legato a Venezia e si ricorda com’era la trattoria a La Vida, frequentata dai veneziani prima ancora che dai turisti: farla rinascere è il suo progetto», prosegue il legale, «speriamo rientrino i timori dei residenti. La Vida non sarà un fast food o una friggitoria mordi e fuggi, ma un locale di qualità e con la sua vite».
Da parte sua, il Comune non sembra infatti intenzionato ad esercitare il diritto di prelazione: «Come assessore al Bilancio non ho ricevuto alcuna richiesta in tal senso», spiega Michele Zuin, che dovrebbe trovare il milione necessario per sostituirsi a Bastianello nella compravendita con la Regione, che al momento ha deciso di non forzare rispetto all’occupazione. Niente sgombero. «Naturalmente rispetteremo la legge», prosegue Suppiej, «ben venga l’intervento di un ente pubblico, se vuole esercitare la prelazione. Chi non la rispetta, è chi si è infilato nei locali abusivamente: questo spazio ci dovrà essere consegnato libero dalla Regione. Ma i residenti stiano tranquilli: non si venderanno maschere, né un locale solo per turisti, ma una tipica trattoria veneziana, con buon cibo. La Regione ci ha dato un bel progetto d’inizio Novecento, che ci piacerebbe riprendere».
Un problema potrebbe però arrivare proprio dalla pergola all’aperto: il nuovo “pianino” non prevede plateatici davanti all’ex Vida.
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