«L’ex ospedale è in degrado la Regione deve decidere»
NOALE. Noale aspetta. Noale aspetta che la Regione venga a fare un giro tra i vecchi padiglioni dell’ospedale. Dopo aver svuotato parecchi reparti negli anni scorsi, molti angoli del Pier Fortunato Calvi stanno andando nel degrado che, dal municipio, sperano non sia irreversibile. Un paio di mesi fa, il sindaco Patrizia Andreotti aveva fatto un sopralluogo nell’area assieme al direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato proprio per analizzare metro per metro quanto sta accadendo e aveva invitato a fare altrettanto pure l’assessore veneto alla sanità, Luca Coletto e il dirigente del settore Domenico Mantoan.
«Per ora non si è fatto vedere alcuno», spiega Andreotti, «mentre quella zona sta andando a pezzi. Si ricordino, che quegli edifici sono di loro proprietà e noi abbiamo il degrado in centro storico». Un appello, dunque, perché il futuro della sanità della zona resta un rebus; intanto il trasferimento dei 264 dipendenti amministrativi da Mirano e Dolo a Noale non avverrà a inizio 2016 come anticipato a fine estate, mentre il mandato del direttore generale dell’Asl 13 scadrà il 31 dicembre e non si sa chi arriverà dopo di lui e quali programmi porterà avanti. Poi c’è la questione della vecchia casa di riposo, ormai trasferita in via Ongari da due anni e mezzo, e ora in disuso. Altro fattore è la vicenda dei 40 posti dell’ospedale di comunità; in un primo momento sembrava che finissero nel Pier Fortunato Calvi, poi il consiglio regionale, con la nuova legislatura, ha votato il maxiemendamento alla revisione della finanziaria veneta, prevedendolo nella nuova casa di riposo privata. In pratica, in questo momento Noale si trova con diverse strutture ma vuote e non si sa se e come saranno riempite nei prossimi mesi.
«La vecchia casa di riposo», continua Andreotti «è di proprietà della Regione che potrebbe vederla quando vuole. Tutto quel patrimonio è di Palazzo Balbi per un fatto di legge, con buona pace dei noalesi che nei decenni precedenti hanno fatto crescere l’ospedale con donazioni e altro ancora. Per questo invito Coletto e Mantoan a venirci a trovare; nonostante abbia inviato la lettera due volte, ne farò una terza, perché devono rendersi conto in quali condizioni versano quegli immobili. Abbiamo delle strutture del genere che, un po’ alla volta, stanno andando nel degrado».
Alessandro Ragazzo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia