L'ex cinema Italia non sarà un supermarket

Dietrofront sul progetto della Despar per le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza a tutela degli affreschi, mentre parte la petizione dei residenti
L'ex cinema Italia
L'ex cinema Italia

VENEZIA. L’ex cinema teatro Italia - gioiello del neogotico e del liberty di inizio secolo - non diventerà l’ennesimo supermercato lungo la Strada Nuova, come sembrava ormai certo, con un clamoroso dietro-front. La società Immobiliare Teatro, costituita proprio per la trasformazione a supermarket dell’edificio, di proprietà della famiglia Coin, avrebbe infatti rinunciato a presentare un nuovo progetto sulla base delle significative prescrizioni all’intervento che erano arrivate dalla soprintendente uscente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello.

L’architetto Alberto Torsello, che seguiva il progetto di riuso dell’edificio, insieme a quello del restauro di alcune sue parti, non avrebbe infatti presentato nei termini previsti il nuovo progetto con le modifiche richieste e così anche Aspiag Service Srl, la concessionaria del marchio Despar nel Nordest - questo il supermercato che si sarebbe dovuto aprire entro l’anno - avrebbe rinunciato all’iniziativa per la quale era stato finora siglato solo un preliminare con la famiglia Coin.

Né l’Aspiag Service né l’architetto Torsello - interpellati - hanno ritenuto ieri di rilasciare dichiarazioni sull’imprevista svolta nell’operazione, di cui è avuto notizia proprio nel giorno in cui il neonato Comitato "Salviamo il cinema Italia" ha lanciato in rete la sua raccolta di firme a una petizione indirizzata al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e al nuovo soprintendente di Venezia in cui si chiedeva appunto di bloccare la trasformazione del cinema Italia in supermercato, anche sulla base della direttiva sulla tutela delle sale cinematografiche storiche emanata lo scorso anno dallo stesso Franceschini.

Una petizione che in poche ore ha subito raggiunto le duecento firme, con nomi importanti, di storici dell’arte veneziani. La petizione ricorda come siano già state concesse dal Comune, nello scorso dicembre, le autorizzazioni per il restauro del tetto, della facciata, degli interni e che sia stato concesso anche il cambio d'uso a "commerciale", a seguito del parere favorevole (con prescrizioni) della Soprintendenza. «Un supermercato all'interno dell'ex cinema-teatro lo svilirebbe e contrasterebbe pesantemente con la sua storia e la sua importanza artistica. Rappresenterebbe un ulteriore sfregio alla nostra città, già pesantemente colpita da una ormai insostenibile presenza turistica, dal conseguente esodo dei suoi abitanti e delle sue attività più consone, dai sempre più frequenti cambi d'uso, da un degrado fisico ma anche sociale che la sta impoverendo sempre più, trasformandola in un palcoscenico ad uso e consumo turistico e affaristico», si legge ancora nel testo. Ma ora il «rischio» sarebbe scongiurato, perché, evidentemente i preziosi affreschi dell’ex cinema Italia non erano proprio compatibili con un supermercato

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