L’ex cinema Italia non sarà supermarket

Il Comitato tecnico per il Paesaggio ha esaminato il piano della famiglia Coin e ha posto prescrizioni non superabili
Di Enrico Tantucci

L’ex teatro e cinema Italia - gioiello del neogotico e del liberty di inizio secolo - lungo la Strada Nuova, da tempo in disuso, non sarà trasformato in un supermercato. A dire una parola definitiva sulla possibile e discussa ristrutturazione operata dalla società Immobiliare Teatro - costituita proprio per la trasformazione a supermarket dell'edificio, di proprietà della famiglia Coin - è stato in questi giorni il Comitato-tecnico scientifico per il paesaggio del Ministero Beni Culturali, investito direttamente della questione dal nuovo soprindente alle Belle Arti e Paesaggio di Venezia Emanuela Carpani.

Il Comitato ha esaminato il progetto di trasformazione predisposto dall’architetto Alberto Torsello e si è espresso con un verbale che - come spiega la segreteria del Comitato da Roma - sarà inviato nei prossimi giorni all’architetto Carpani. Il Comune aveva già concesso il cambio di destinazione d’uso ai fini commerciali dell’ex cinema e Teatro, ma le prescrizioni al progetto avanzate dall’organismo scientifico dei Beni Culturali porrebbero, di fatto, dei seri paletti alla trasformazione in supermarket, che prevedeva, ad esempio di ospitare gli impianti frogorifero del centro commerciale al posto della vecchia cabina di proiezione.

La proprietà dell’edificio aveva inizialmente rinunciato a presentare un nuovo progetto sulla base delle significative prescrizioni all'intervento che erano arrivate dalla soprintendente uscente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello. Ma poi l’architetto Torsello, che segue il progetto di riuso dell’edificio, insieme a quello del restauro di alcune sue parti - in corso - aveva presentato in Soprintendenza il nuovo progetto di variante che risponde alle modifiche richieste concordate con Aspiag Service Srl, la concessionaria del marchio Despar nel Nordest, con cui dovrebbe teoricamente aprire il nuovo supermarket. La nuova soprintendente Emanuela Carpani aveva allora deciso di investire della questione il Ministero.

Il Comitato “Salviamo il cinema Italia” ha da tempo lanciato in rete la sua raccolta di firme a una petizione indirizzata al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e al nuovo soprintendente di Venezia in cui si chiedeva di bloccare la trasformazione del cinema Italia in supermercato, anche sulla base della direttiva sulla tutela delle sale cinematografiche storiche emanata lo scorso anno dallo stesso Franceschini. Nell’ex cinema Italia sono andati avanti nel frattempo i necessari lavori di restauro delle facciate, del tetto e dell’apparato decorativo, ma l’incognita era sul futuro uso dell’edificio, vincolato sia all'interno, sia all’esterno e intilizzato da diversi anni, dopo che Ca’ Foscari - che lo aveva preso in affitto per ospitarvi alcuni dei propri corsi universitari - lo ha lasciato. Nella relazione del decreto di vincolo della Soprintendenza del dicembre 2010 si legge che «si tratta infatti dell’unico esempio, rimasto con i suoi arredi artistici originali, rispetto alle pochissime sale cinematografiche teatrali ancora oggi rimaste». E più avanti: «L’eccezionalità del Cinema teatro Italia si conferma ulteriormente per l’organicità della sua decorazione artistica realizzata nello stile eclettico veneziano, tanto all’esterno come all’interno».

L’edificio fu inaugurato nel 1916 in stile neogotico, affidando i ferri battuti (ringhiere e lampadari) e il disegno dei quattro portali d’ingresso a Umberto Bellotto, le decorazioni pittoriche a Pomi (l’allegoria Gloria d’Italia al centro del soffitto della sala), Marussig, Martina, Tanozi e Perosi.

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