L’ex batteria San Felice a Sottomarina riapre dopo tre anni
I lavori di restauro al bene storico erano iniziati a maggio 2019 e dovevano durare tre mesi. Ma si sono conclusi solo di recente. Presto potranno tornare i visitatori
SOTTOMARINA. L’ex batteria San Felice riaprirà dopo quasi tre anni. I lavori di restauro del bene storico, avviati a maggio 2019 e in origine limitati a soli tre mesi, si sono conclusi e a breve sarà pronto anche il documento di collaudo. Il comitato San Felice, che a più riprese ha sollecitato la riapertura anche con un sit-in di protesta lo scorso febbraio, mette però le mani avanti e chiede che il bene torni alla città con orari e modalità di fruizione identiche a prima. Le richieste sono contenute in una lettera inviata ieri al sindaco Mauro Armelao e alla Soprintendenza ai Beni culturali di Venezia.
«Finalmente una buona notizia», sostiene il presidente del comitato San Felice Erminio Boscolo Bibi, «Dopo lunghi tira e molla dovuti a difformità, ripristini e varianti, i lavori iniziati nel maggio 2019 si sono conclusi e a breve si potrà godere nuovamente della batteria. Ricordiamo che l’apertura al pubblico con custodia e manutenzione è un obbligo che incorre alla società Mosella, prima concessionaria e poi dal 2018 proprietaria del bene, sia sulla base della convenzione con il Comune del 2015 che sulla base dell’atto aggiuntivo tra il Comune e la società a seguito dell’approvazione da parte del consiglio comunale di varianti al Prg. Tutti atti firmati davanti al notaio».
Il comitato chiede che l’apertura al pubblico riguardi tutti i 4.949 metri del compendio, compresa la parte monumentale ottocentesca prospiciente la laguna, mai interessata dai lavori, e che gli orari di apertura siano quelli previsti dalla delibera di giunta di marzo 2015. «Va quindi rivista», spiega Boscolo Bibi, «la delibera del dicembre 2020 con cui la giunta precedente ha dimezzato inspiegabilmente i tempi di apertura. Delibera di cui anche la Soprintendenza ha chiesto la revoca per ragioni di legittimità e di opportunità, dando poi ulteriori proprie indicazioni per l’apertura che ricalcano sostanzialmente quelle della delibera del 2015».
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