«L’Europa pensa alle finanze, non all’uomo»

Preghiera per le vittime del terrorismo, per i bambini di Nizza, e parole dure del Patriarca Moraglia

Dalla festa profana alla cerimonia religiosa. «La nostra preghiera è oggi per tutte le vittime del terrorismo ma, in primis, per i bambini della strage di giovedì sera a Nizza e i loro familiari. Di fronte a un gesto così terribile di odio ci sentiamo sgomenti e invochiamo la grazia della conversione e il ritorno a un senso di vera umanità». «Chiediamo, nell'Anno della Misericordia, d’essere comunità costruttrici di ponti, non illudendoci di servire il Vangelo e i poveri in maniera autoreferenziale». Sono due riflessioni tra le numerose che il Patriarca Moraglia ha pronunciato ieri nella chiesa del Redentore, uno dei grandi capolavori del Palladio. Ad ascoltarlo, in un silenzio surreale, le massime autorità cittadine, civili e militari. Nel tempio le sue parole sono risuonate severe, esigenti, talvolta durissime. Il presule ha esaminato, come non mai, la fallita Europa, povera d’umanità e ne ha evidenziato il dramma. «L’Europa pensa alle finanze non alle persone», ha aggiunto. «I grandi della terra - Onu, G7, Europa, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale - perseguono altre logiche. Così c'è una cultura che fatica a usare il pronome “noi” e che si ferma all'”io”. Ecco perché dobbiamo rispondere “I care”: mi sta a cuore, mi interessa».

Il Patriarca ha rievocato il fatto del crocifisso spezzato alcuni giorni fa nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia per mano di un giovane marocchino: «Scagliarsi contro il Crocifisso - Colui che il cristiano ha di più caro - significa profanare quegli stessi valori che proprio il Crocifisso - al di là del suo significato religioso - ha originato nella nostra cultura e ancora oggi tiene desti nella nostra società: l’accoglienza, il perdono, la riconciliazione, la misericordia».

Moraglia ha ringraziato il rabbino capo della comunità ebraica Scialom Bahbout «per la vicinanza espressa anche pubblicamente«. Al Pontificale è seguita sul sagrato la benedizione eucaristica con un’accorata preghiera al Redentore scritta dal Patriarca. Due passaggi: «Il terrorismo esprime la logica dell’umanità che si sostituisce a Dio e pensa d’essere in grado di salvare la storia. Il terrorismo ripropone la logica dei campi di sterminio e dei gulag; è la forma crudele di una guerra diffusa che non si ferma a nulla e tutti, ovunque, vuole colpire. Le grandi sofferenze e i drammi di uomini, donne e bambini ci chiedono una capacità d’amare più simile alla Tua, un’intelligenza più creativa e il coraggio di chi, con Te, sale sulla croce».

Nadia De Lazzari

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